


La An Old Lady del titolo è Hyo-jeong (Ye Soo-jung), una donna di 69 anni che viene abusata sessualmente da un giovane fisioterapista. Dopo aver informato dell’accaduto il suo amico Dong-in (Ki Joo-bong), l’anziana si reca con lui presso la stazione di polizia per denunciare lo stupro. Ma l’agente a cui è stato assegnato il caso, sulle prime fatica a credere che un ventenne l’abbia violentata. Per di più l’accusato (Kim Joon-kyung) sostiene che la donna fosse consenziente. Di conseguenza il mandato d’arresto non viene emesso, e Dong-in cerca di convincere il ragazzo a costituirsi.

Titolo Originale
69세 (69-se)
Genere
Drammatico
Regia e Sceneggiatura
Lim Seon-ae
Interpreti
Ye Soo-jung, Ki Joo-bong, Kim Joon-kyung, Kim Tae-hoon, Kim Joong-ki, Jang Sung-yoon, Moon Jung-woong, Kim Jung-young, Ahn Min-young, Lee Seung-bok, Park Ga-young
Corea del Sud, 2019, 100′

La legge sui crimini sessuali è stata promulgata nel 2010, meno di due anni prima dell’anno in cui è ambientato An Old Lady. Prima di essa, la legislazione coreana non prevedeva particolari tutele per chi era considerato disabile.
Ma anche se la legge fa il suo corso, il sentire comune non va di pari passo. Hyo-jeong è una donna anziana che deve far fronte agli acciacchi della tarda età e ai primi segni di demenza senile. E il fatto che la sua memoria non sia affidabile, la rende poco credibile perfino agli occhi delle forze dell’ordine. Inoltre, come dichiara la psicologa del centro di assistenza alle vittime di stupro, le donne come lei sono costrette a fornire prove sull’abuso perfino se questo fosse chiaramente filmato.
Nonostante le difficoltà, Hyo-jeong non rinuncia a portare avanti la sua denuncia. E sebbene trovi più di un sostegno in Dong-in, affronta solitaria il suo tormento, che non deriva solo dallo stupro.
Infatti la regista Lim Seon-ae, sebbene non approfondisca il background di Hyo-jeong, ci presenta una protagonista che per sopravvivere fa la badante a chi ha più o meno la sua stessa età e possa offrirle un tetto sopra la testa. L’unica persona che ha al mondo è una figlia che neanche la riconoscerebbe, e che presto dimenticherà in seguito alla graduale perdita della memoria.
Come appena accennato, a supportare Hyo-jeong c’è il fido Dong-in, che sicuramente prova qualcosa per lei, sebbene non lo dichiari apertamente. Altrimenti non si spiegherebbe il suo adoperarsi per una donna che solo per averlo assistito, riceve da lui un posto in cui lavorare e soprattutto vivere.
Entrambi gli attori, i veterani Ye Soo-jung e Ki Joo-bong, offrono prove convincenti. A far storcere il naso è un montaggio in alcuni punti eccessivamente ellittico che si perde alcuni pezzi per strada. Ad esempio, troviamo di punto in bianco un Dong-in che esce da un ospedale reggendosi su una stampella, senza conoscerne l’antefatto.
Nel complesso, è un film che getta lo sguardo sulle fragilità della terza età, su quanto la società confondi la maturità con il libero arbitrio, e riesca a immaginare l’abuso verso un minore, ma non verso una persona adulta che ha altrettanto diritto di essere tutelata.
Pubblicato il 13/11/2020 da KoreanWorld.it
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