


Il libraio Je-moon (Yoon Je-moon) parte per Fukuoka insieme a So-dam (Park So-dam), una misteriosa ventenne vestita da liceale che lo sveglia dal suo sonnellino pomeridiano. Arrivati nella città Giapponese, i due entrano nel bar di Hae-hyo (Kwon Hae-hyo), un vecchio amico di Je-moon. Il barista e il libraio 28 anni prima erano stati rivali in amore, e non hanno ancora superato il dolore di essere stati abbandonati dalla stessa donna.

Titolo Originale
후쿠오카 (hu-ku-o-ka)
Genere
Drammatico
Regia e Sceneggiatura
Zhang Lu
Interpreti
Kwon Hae-hyo, Yoon Je-moon, Park So-dam, Yamamoto Yuki, Oh Sehyeon, Jo Seo
Corea del Sud, 2019, 85′

Dopo Gyeongju del 2014 e Ode to the Goose (Gunsan) del 2018, Zhang Lu conclude la sua personale trilogia sulle città ambientando la sua ultima fatica a Fukuoka.
La più grande città Giapponese vicina alla Corea del Sud diventa così il palcoscenico di una sorta di road movie in cui reale e surreale dialogano.
L’enigmatico personaggio di Park So-dam, frutto forse di uno scherzo onirico, è il simbolo di un atteggiamento cosmopolita. Quasi ad impersonare la natura apolide del regista, So-dam riesce ad ambientarsi in un luogo superando le barriere linguistiche. E invita il suo compagno di viaggio ad aprirsi a nuove esperienze, in modo da uscire dalla prigione mentale e sentimentale che si è costruito.
Il desiderio di Je-moon di ritrovare la donna amata, infatti, l’ha spinto a diventare il proprietario del negozio di libri di seconda mano in cui ella soleva recarsi. Anche Hae-hyo ha passato un’intera vita a ricercare quella stessa donna, fino a trasferirsi nella sua città natale. Come risultato, hanno entrambi perduto 28 anni della loro vita dietro un’ostinazione, ancor più castrante di chi s’impone un mutismo assoluto.
Tra bevute e passeggiate, i due amici-nemici si confrontano condividendo le proprie comuni mestizie. Ognuno poi affronta la situazione a modo suo. Mentre Hae-hyo mostra un atteggiamento più rancoroso verso l’amico e la vita, Je-moon sembra più rassegnato e fatalista. Ma forse i due personaggi sono solo due facce della stessa medaglia e So-dam è la proiezione della loro Soon-yi. Sono su un tetto ad osservare il mondo da un’altra prospettiva o forse sono ancora rinchiusi nella loro libreria a vivere del loro passato.
Il surrealismo adottato da Zhang Lu, più criptico che mai, si perde e ama perdersi in rivoli simbolici che astraggono e concettualizzano storie e personaggi. Tanto che gli stessi attori recitano con i propri nomi, quasi a voler sottolineare lo spirito non narrativo dell’opera.
Pubblicato il 11/11/2020 da KoreanWorld.it
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