


Yang Min-Hyuk (Cho Jin-woong) lavora come procuratore presso la Procura distrettuale di Seul. Si occupa di un caso che coinvolge Park Soo-Kyung (Lee Na-ra), una funzionaria della Banca Daehan che ha urtato più auto sulla superstrada. Giorni dopo, Park Soo-Kyung viene trovata morta nella sua auto e nel suo ultimo messaggio, inviato alla sorella minore prima di morire, denuncia di essere stata molestata sessualmente da Yang Min-Hyuk. La sua morte viene poi dichiarata un suicidio e il procuratore tenta di riabilitare il suo nome. Indagando, Yang Min-Hyuk viene presto a sapere che Park Soo-Kyung in realtà è stata assassinata, come il suo amante, anch’esso coinvolto, perché testimone della vendita della Banca Daehan a un prezzo insolitamente basso. Kim Na-Ri (Lee Honey), consulente legale dello studio KC, assegnata al caso della Banca Daehan, sospetta operazioni speculative illegali da parte del fondo americano di private equity Star Fund nell’acquisizione ad un prezzo più basso e a una rivendita ad un prezzo più alto della Banca Daehan. I due scopriranno così un caso di corruzione finanziaria di proporzioni gigantesche.

Titolo Originale
블랙머니 (beul-laek-meo-ni)
Genere
Crimine
Regia
Chung Ji-young
Sceneggiatura
Han Hyeon-geun
Interpreti
Cho Jin-woong, Lee Honey,
Lee Kyung-young, Kang Shin-il,
Choi Deok-moon, Jo Han-chul,
Heo Sung-tae, Yoon Byung-hee,
Seo Hyun-chul, Nam Myung-ryul,
Lee Sung-min, Moon Sung-geun,
Jung In-gi, Lee Na-ra
Corea del Sud, 2019, 113′

Il Cinema da sempre politicamente e civilmente impegnato di Chung Ji-young, regista di White Badge e National Security, getta il suo sguardo analitico su uno scandalo finanziario realmente accaduto per quanto romanzato. La Korean Exchange Bank (nel film Daehan Bank) fu davvero svenduta al fondo americano di private equity Lone Star Funds (Star Fund) e rivenduta ad un prezzo più alto speculando sui risparmi dei cittadini, che potrebbero addirittura pagare in tasse la richiesta di indennizzo del fondo al governo coreano, “colpevole” di aver ritardato la vendita della Banca.
Il film di Chung Ji-young copre tutti gli aspetti tecnici legati alla truffa: la svendita di società a fondi di private equity che si occuparono di rilevare quote azionarie di società in sofferenza in seguito alla crisi finanziaria della fine degli anni 90, e di banche come la KEB che in sofferenza non erano, ma furono spacciate come tali per consentire ad un fondo privato l’acquisizione di una banca; la corruzione politica e all’interno delle stesse procure, dove si chiudeva un’occhio pur di ottenere una promozione; il riciclaggio di denaro attraverso società intestate a prestanome situate in paradisi fiscali; e l’evasione fiscale dei fondi internazionali sui margini di profitto.
Ciò che manca al film è una semplificazione degli argomenti messi in campo che renda il materiale digeribile anche a chi non è un tecnico della finanza. E la storia di fondo del procuratore che deve riabilitare il suo nome passa quasi in secondo piano, tanto che le indagini sull’autista del camion che ha ucciso i due amanti si fermano all’improvviso per seguire appunto la pista della truffa finanziaria.
Il finale “eroico” con Cho Jin-woong che distribuisce al mondo le prove della truffa, stona con i risvolti cinici della vicenda, affidati comunque al personaggio assai più complesso di Lee Honey (che sfoggia un perfetto inglese), costretto a compiere scelte sofferte tra dubbi e sensi di colpa ponderando tutte le conseguenze.
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Pubblicato il 07/06/2020 da KoreanWorld.it
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