


Byeong-Goo (Um Tae-goo) era una volta un promettente pugile professionista, ideatore, con il supporto della cantante di pansori Ji-yeon (Lee Seol), di un suo peculiare stile, definito “pansori boxe“, che seguiva il ritmo del janggu della ragazza dando vita a una sorta di “danza marziale”. L’uso di un antidolorifico per un problema al ginocchio prima di un incontro importante lo fece espellere dalla federazione in quanto il farmaco si rivelò dopante. Da allora Byeong-Goo lavora nella palestra gestita dal suo ex allenatore, il Signor Park (Kim Hee-won), sperando di poter tornare un giorno sul ring, ma gli viene diagnosticata la sindrome da demenza pugilistica (CET). Con il supporto del suo allenatore che vuole accontentare il desiderio del suo ex pupillo, e di Min-ji (Hyeri), una nuova iscritta alla palestra, Byeong-Goo ricomincia ad allenarsi in vista del suo prossimo e probabile ultimo incontro.

Titolo Originale
판소리 복서 (pan-so-ri bok-seo)
Genere
Sportivo
Regia
Jeong Hyeok-gi
Sceneggiatura
Cho Hyun-chul, Jeong Hyeok-gi
Interpreti
Um Tae-goo, Hyeri,
Kim Hee-won, Choi Joon-young,
Lee Seol, Choi Deok-moon,
Son Young-soon, Im Han-bin
Corea del Sud, 2018, 114′

Jeong Hyeok-gi, al suo esordio registico sulla lunga distanza (aveva diretto uno degli episodi di Romance In Seoul), dirige un dramma sportivo con un velo di commedia romantica portata avanti con non molta convinzione. Se il percorso di riscatto del protagonista è il vero fulcro del film, il rapporto tra Byeong-Goo e le due ragazze funge quasi da orpello esornativo, rendendo la storia indecisa sulla strada da prendere.
La malattia degenerativa e incurabile del ragazzo ad ogni modo non viene sfruttata per confezionare il solito polpettone strappalacrime, pur se alleggerito dai toni da commedia, ma diventa l’occasione per esaltare la sconfitta-rivincita del loser, che perde sorridendo perché sa di stare facendo quello che vuole senza avere rimpianti. L’encefalopatia traumatica cronica se da un lato gli rosicchia porzioni di memoria e di vita, dall’altro lato gli consente di rendere labile il confine tra sogno e realtà, tanto da rendere quasi palpabile la suggestione di un’improbabile guarigione finale in chiave positiva.
A rendere ancora più esaltante il processo di autodistruzione col sorriso del protagonista viene impiegato il pansori, che non si riduce a mero espediente narrativo ma pervade l’intera anima del film, dotandolo di quell’elemento di originalità autoctona che lo rende speciale e avvincente. Non solo Byeong-Goo pratica la pansori boxe accompagnato diegeticamente dal suono dello janggu di Ji-yeon/Min-ji, ma i suoi stessi allenamenti e incontri di boxe vengono descritti extradiegeticamente da un cantante di pansori. Il mix tra pansori ed elettronica, tra tradizione e modernità imprime poi dinamicità all’azione coinvolgendo lo spettatore nella danza marziale del protagonista.
Il pansori è talmente centrale a livello strutturale e formale nel film, che è valso a Jang Young-gyu il premio per le migliori musiche ai settimi Wildflower Film Awards, mentre a Um Tae-goo è stato riservato il premio come Miglior Attore Protagonista.
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Pubblicato il 08/06/2020 da KoreanWorld.it
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