


In Pawn, Doo-seok (Sung Dong-il) e Jong-bae (Kim Hee-won) sono due esattori che lavorano per conto di una società di prestiti finanziari. Poiché l’immigrata sino-coreana Myeong-ja (Kim Yunjin) non riesce a saldare il proprio debito, Doo-seok prende sua figlia Seung-i (Park So-yi) come pegno. Ma Myeong-ja viene arrestata dalla polizia e rispedita in Cina. Prima di partire, chiede comunque a Doo-seok di consegnare la figlia allo zio, che potrà anche saldare il debito a nome suo. Ma il presunto zio si rivela un truffatore che vende Seung-i a un hostess club. Tuttavia, tramite il cerca persone, Seung-i riesce a contattare Doo-seok. Quest’ultimo poi la soccorre e comincia, insieme al suo sodale Jong-bae (Kim Hee-won), a prendersi cura di lei.

Titolo Originale
담보 (dam-bo)
Genere
Commedia, Drammatico
Regia e Sceneggiatura
Kang Dae-gyu
Interpreti
Sung Dong-il, Ha Ji-won, Kim Hee-won, Park So-yi, Kim Yunjin, Na Moon-hee, Kim Jae-hwa, Teo Yoo, Jung In-gi, Jin Yoo-young, Hong Seung-hee, Yu Seong-ju, Yoo Soon-woong
Corea del Sud, 2019, 113′

Campione d’incassi durante le vacanze di Chuseok dello scorso anno, Pawn è una commedia familiare dai risvolti melodrammatici che punta a suscitare sorrisi e lacrime.
L’inizio è subito paradossale, con Doo-seok che non si fa scrupoli a sottrarre una figlia alla propria madre. Per di più la tiene in pegno, esigendo da Myeong-ja una somma che non può restituire. Tuttavia, per quanto possa apparire vile e spregevole, Doo-seok in realtà ha un animo nobile, e non tarda a dimostrarlo. Man mano che il tempo passa infatti, si affeziona sempre più alla piccola, tanto da curarla, adottarla, crescerla e pagarle gli studi. Da pegno, Seung-i diventa così per Doo-seok un tesoro, e a sua volta il “Signore” Doo-seok diventa un padre per Seung-i.
Tra le pieghe del melodramma, in Pawn c’è spazio per un’analisi impietosa della questione migratoria. Non solo Myeong-ja non può denunciare il rapimento di sua figlia, pena deportazione, ma perfino Seung-i non ha diritto a ricevere un’istruzione poiché figlia di immigrati clandestini. In tali condizioni, cadere preda di avidi strozzini e spietati profittatori è solo logica conseguenza.
La piccola Park So-yi, già apprezzata in Deliver Us From Evil, ruba la scena alla sua corrispettiva adulta, una Ha Ji-won più defilata e confinata a un finale strappalacrime. Balza poi agli occhi la scelta poco accorta di far recitare quest’ultima e Kim Yunjin nei rispettivi ruoli di figlia e madre, quando le due attrici hanno una differenza d’età di soli 5 anni.
Tralasciando pecche che non risparmiano nemmeno la sceneggiatura, che si avvita in scenari improbabili, resta ad ogni modo, a riscaldare il cuore, il graduale processo di cambiamento dei personaggi. E così una bambina che guardava di sbieco il suo “sequestratore”, finisce per lavorare allo scopo di comprargli un paio di scarpe nuove. E colui che nascondeva nei calzini soldi che non voleva spendere, finisce col nascondervi i sacrifici di una vita per l’unico tesoro che conta per lui.
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Pubblicato il 14/04/2021 da KoreanWorld.it
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