


In Kingmaker, il farmacista Seo Chang-dae (Lee Sun-kyun) si propone come spin doctor di Kim Woon-beom (Sol Kyung-gu) dopo aver assistito ad un suo comizio. Sebbene creda negli stessi ideali di giustizia sociale di Woon-beom, Chang-dae utilizza strategie poco ortodosse per perseguirli. Tuttavia, grazie ad esse, Woon-beom riesce a diventare in poco tempo il candidato alle presidenziali per il Partito Nuova Democrazia. Le ambizioni personali e i metodi di Chang-dae finiscono però con entrare in conflitto con i valori di integrità morale a cui Woon-beom fa riferimento. E il partito repubblicano approfitta del dissidio interno agli avversarsi per vincere di nuovo le elezioni.

Titolo Originale
킹메이커 (king-me-i-keo: seon-keo-pan-ui yeo-u)
Genere
Politico
Regia
Byun Sung-Hyun
Sceneggiatura
Byun Sung-Hyun, Kim Min-soo-IV
Interpreti
Sol Kyung-gu, Lee Sun-kyun, Yoo Jae-myung, Jo Woo-jin, Park In-hwan, Lee Hae-young, Kim Sung-oh, Jeon Bae-soo, Seo Eun-soo, Kim Jong-soo, Yoon Kyung-ho, Kim Sae-byuk, Bae Jong-ok
Corea del Sud, 2021, 123′

Kingmaker di Byun Sung-Hyun inscena il dilemma machiavellico tra mezzi e fine, che funziona fintanto che l’obiettivo della vittoria non sia fine a se stesso
In questo consiste il dramma di Chang-dae, che finisce col perdere di vista il motivo per cui si batte, se non a soverchiarlo del tutto, sostituendolo con il potere per il potere. Perfino la sua ambizione personale diventa sterile arrivismo, che tradisce prima di tutto i suoi ideali, e in secondo luogo Woon-beom. Quest’ultimo è il sole di cui Chang-dae è l’ombra, tanto più nitida quanto la carriera del politico risplende.
Tuttavia Chang-dae è ben lieto di essere un’ombra, finché i raggi del suo sole lo illuminino. Tanto più che a far rifulgere Woon-beom è sempre lui, ma per riuscirci deve ricorrere a stratagemmi illegittimi. Innanzitutto diffonde fake news contro i repubblicani, in modo da instillare il dubbio nei cittadini. Secondo poi confisca con l’inganno i doni dei repubblicani all’elettorato, per comprarne ulteriori da elargire sotto l’egida dei democratici. In ultimo, architetta, sempre con l’inganno, la scalata di Woon-beom alla candidatura per la presidenza.
Il messaggio avvilente che ne esce fuori è che per governare, per far trionfare i propri valori in cui si crede, occorre necessariamente far leva sulle apparenze. È la comunicazione, la propaganda, a determinare la vittoria, non il solo peso dei propri ideali. È così per i democratici, nonostante la contrarietà di Woon-beom, ed è così per i repubblicani, che sfruttano le doti di manipolatore di Chang-dae per conservare il potere.
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Pubblicato il 17/05/2022 da KoreanWorld.it
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