


In Second Life Seon-hee (Jung Da-eun) è una studentessa delle superiori che riceve poche attenzioni da parte della propria famiglia. Al fine di diventare amica di un gruppo di compagne di classe, racconta loro delle bugie per fasi accettare. Tuttavia queste capiscono che Seon-hee sta mentendo e cercano di evitarla. Sentendosi tradita da Jeong-mi (Park Soo-yeon), la compagna di classe a cui più era affezionata, Seon-hee cerca di incastrarla rendendola agli occhi di tutte una ladra. Ma il suo intervento non fa che scoperchiare un segreto, che una volta svelato, istiga Jeong-mi al suicidio. Sopraffatta dal senso di colpa per aver causato indirettamente la morte della ragazza, Seon-hee tenta di suicidarsi gettandosi in un lago. Dopo essere stata salvata dalla direttrice di un orfanotrofio, Seon-hee decide di ricominciare una nuova vita con il nome di Seul-ki.

Titolo Originale
선희와 슬기 (seon-hee-wa seul-gi)
Genere
Drammatico
Regia e Sceneggiatura
Park Yong-ju
Interpreti
Jung Da-eun, Park Soo-yeon, Jung Yoo-yeon, Jeon Guk-hyang
Corea del Sud, 2018, 70′

L‘opera prima della regista Park Yong-ju è il ritratto di un’adolescenza in cerca di attenzioni, che pur di sentirsi accettata assume altre identità per imitazione, in assenza di fiducia in se stessa.
I prodromi della mimesi di Seon-hee sono per altro già visibli fin dall’inizio. Non appena una ragazza le rivolge la parola in tutta sincerità, lei fa di tutto pur di vincere la sua amicizia. Le compra i biglietti per un concerto, si acconcia come lei, e finge di avere un fidanzato come lo ha Jeong-mi. Perfino nel suicido cerca invano di seguire le orme dell’amica. Ma Seon-hee non vuole morire, bensì scappare, ricominciare da capo. E il viaggio in pullman le dà l’occasione non solo di lasciarsi il passato alle spalle, ma anche di incominciare una Second Life e una Third Life. Dopotutto è dal nome di una bambina sul pullman che Seon-hee prende spunto per chiamarsi Seul-ki, ed è sempre sul pullman che assume l’identità di Bang-hwul, l’ennesima ragazza che ammira e da cui si sente accettata.
Nonostante Seon-hee raggiunga il suo sogno, ovvero essere circondata da persone che la amano e che le infondono speranza (non a caso speranza è il nome dell’orfanotrofio che l’accoglie), dal passato non si scappa, a meno che si fugga per non affrontare le proprie responsabilità, i propri sensi di colpa, la propria vergogna, rinunciando all’affetto di Min-kyeong e della direttrice dell’orfanotrofio, all’amicizia con Bang-hwul e al premio che le restituirebbe quella fiducia in se stessa, quell’orgoglio che sente di non meritare.
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Pubblicato il 14/09/2021 da KoreanWorld.it
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