


In Whispering Corridors 6: The Humming, Eun-hee (Kim Seo-hyung) viene assunta come vice preside di un istituto femminile di Gwangju che da giovane aveva frequentato. Ben presto Eun-hee scopre che alcune studentesse subiscono molestie sessuali da parte del professor Park (Jang Won-hyung). Quest’ultimo è il nipote della preside e a nulla valgono le rimostranze di Eun-hee, che si ritrova a lottare contro un muro di gomma. Inoltre un evento accaduto nel suo passato torna a tormentarla. Il fantasma della sua compagna di scuola, morta in circostanze misteriose, perseguita lei e il corpo docente dell’istituto.

Titolo Originale
여고괴담 여섯번째 이야기: 모교 (yeo-go-goi-dam yeo-seot-beon-jjae i-y-agi: mo-gyo)
Genere
Horror
Regia e Sceneggiatura
Lee Mi-young
Interpreti
Kim Seo-hyung, Kim Hyun-soo, Choi Ri, BIBI, Seo Hye-won, Park Se-hyun, Lee Ji-won, Kim Ji-hye, Lee Da-hye, Kim Seong-nyeo, Jang Won-hyung, Kwon Hae-hyo, Lee Joo-sil, Sin Yeon-mi
Corea del Sud, 2020, 108′

Sesto capitolo della saga horror iniziata nel 1998, Whispering Corridors 6: The Humming tenta di raccontare tramite i codici dell’horror un’orrore ben più reale, che scava nell’identità storica, politica e sociale della Corea del Sud.
Gli elementi legati al genere vi sono, ma oltre a non essere mai preponderanti, sono poco efficaci, grazie anche a un montaggio disordinato che danneggia non solo l’esperienza orrorifica, ma la stessa narrazione, poco fluida e confusa. Inoltre l’horror abdica alfine in favore del thriller, rendendo il primo uno specchio per le allodole.
La sensazione è quindi che alla regista Lee Mi-young, qui al suo esordio dietro la macchina da presa, interessi ben poco far sobbalzare dalla sedia gli spettatori. E la sua sensibilità femminile la porta a concentrarsi su altri orrori, che una politica e una società patriarcale hanno determinato.
Il vero orrore infatti è ad esempio quello del revenge porn, per cui studentesse delle superiori vengono obbligate a fare sesso per migliorare i loro voti o non destare scandalo. Ma lo è anche la memoria di un regime fascista e autoritario che ha stuprato l’innocenza del proprio paese durante il massacro di Gwangju. Ed è impressionante notare la reazione di Eun-hee di fronte a un soldato di oggi che le ricorda il soldato di ieri. Con la differenza che i tempi sono cambiati e solo le condizioni storiche (non quelle ontologiche) determinano sconsolatamente la differenza tra bene e male nella coscienza di chi applica il potere.
Anche le donne tuttavia hanno le loro colpe. C’è chi tace per incolumità personale (la nonna di Mi-sook) convivendo conseguentemente col senso di colpa. E c’è chi, come la preside, copriva uno scandalo allora e copre uno scandalo oggi, per la difesa del proprio orticello.
Pubblicato il 13/09/2021 da KoreanWorld.it
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