


In The Queen of Crime Mi-kyeong (Park Ji-young) gestisce un salone di bellezza tramite il quale paga gli studi al figlio Ik-soo (Kim Dae-hyun), che abita in un appartamento fatiscente a Seul. Ik-soo è in procinto di sostenere l’esame di stato per diventare avvocato, ma si ritrova a dover pagare una bolletta dell’acqua dalla cifra astronomica. Chiede quindi alla madre di intervenire passando da lui e pagando al proprietario del complesso condominiale la cifra dovuta. Tuttavia Mi-kyeong vuole prima vederci chiaro sulla faccenda, e indaga sui vicini del figlio. Scopre così che uno di essi non solo è responsabile della bolletta esorbitante, ma nasconde crimini ben più gravi. Il suo ficcanasare nelle questioni del condominio urta però il figlio, che invece di concentrarsi su un’esame vitale per il suo futuro, è costretto a perdere tempo nel tirare la madre fuori dai guai.

Titolo Originale
범죄의 여왕 (beom-jo-eui yeo-wang)
Regia e Sceneggiatura
Lee Yo-sup
Interpreti
Park Ji-young, Jo Bok-rae, Kim Dae-hyun, Heo Jung-do, Baek Soo-jang, Esom, Jang Ha-ran, Lee Sung-wook, Oh Chang-kyung, Jung Min-sung, Kang Jin-ah, Kwak Jin-moo, Kim Chang-hwan
Corea del Sud, 2016, 103′

The Queen of Crime è una dark comedy che utilizza la pressione nello studio come mero pretesto narrativo per un thriller che altrimenti poggerebbe su basi deboli.
Eppure l’incipit sembra preannunciare un argomento, come quello del successo a tutti i costi che non contempla il fallimento, che ci si aspetta venga sviscerato più a fondo. Mentre serve solo a giustificare il movente dell’antagonista, oltre a caricaturare il resto dei condomini. Gli studenti fuori corso infatti, al di là di In-sook e l’inquilino della 403, che sono devastati dall’ansia, vengono descritti come figli di papà che fanno tutto tranne che studiare.
Senza il movente della paura di fallire, resterebbero solo i sospetti di Mi-kyeong, che comunque finiscono col creare l’omicida anziché scoprirlo. Sì, perché ogni sua ipotesi diventa realtà. S’imbuca nella stanza dell’inquilino della 403 per cercare prove, e magicamente le trova. Crede che questi abbia ucciso il vicino della 303, e pur senza prove, né tantomeno indicazioni sulla dinamica dell’omicidio, egli risulta ad ogni modo il colpevole.
La prima parte del film è spiazzante, in quanto l’indagine semiseria è tutta incentrata su una bolletta da pagare. E fa sorridere l’impegno e la dedizione di una madre nel voler far chiarezza sull’accaduto solo per non dover sborsare la somma dovuta. Peccato che poi la commedia si tinga di nero sostituendo l’ironia del banale con una forzatura sul thriller.
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Pubblicato il 26/07/2021 da KoreanWorld.it
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