


In Young Adult Matters Se-jin (Lee Yoo-mi) è una diciottenne problematica, orfana dei genitori, che vive insieme alla sorella minore Se-jeong (Shin Haet-bit). Autolesionista e ingenua, Se-jin è l’oggetto del desiderio della sua compagna di classe Eun-jeong (Bang Eun-jung), che però la bullizza in presenza di altre compagne. Ad approfittarsi di lei è anche Sang-seop (Park Kang-sub), il figlio del preside, che la mette incinta evitando di assumersi le proprie responsabilità.
Tuttavia Se-jin non si sente affatto una vittima. Intende pertanto abortire per continuare la vita di prima.
Dopo aver incontrato Joo-yeong (Hani), una coetanea scappata di casa da quattro anni, Se-jin si dedica al taccheggio e all’imbroglio pur di trovare i soldi per abortire. Mentre una delle loro vittime sta per approfittarsi di Se-jin, Joo-yeong ferma per strada Jae-pil (Lee Hwan) e Sin-ji (Han Sung-soo) affinché le aiutino ad uscire dalla situazione di pericolo.
I quattro finiscono con il trascorrere le giornate insieme, e cercano in tutti i modi di trovare i soldi per l’aborto di Se-jin. Rubano i soldi delle offerte in chiesa, donano il sangue, Se-jin inizia a lavorare per un peep-show, e insieme a Joo-yeong viene assunta come intrattenitrice in un night club. Ma Jae-pil non vuole che Se-jin si prostituisca, e denuncia il padrone del night club per adescamento di minori, con il risultato che le ragazze vengono arrestate e poi rilasciate.
Jae-pil vende addirittura la propria moto pur di trovare i soldi per l’aborto di Se-jin, ma l’operazione chirurgica non può essere effettuata. Successivamente Se-jin ritorna dal padrone del night club per riavere il lavoro. Ma questi le rivela che era stato Jae-pil a denunciarlo. Furibonda, Se-jin si scaglia contro Jae-pil, e il ragazzo cerca pateticamente di scusarsi. Tuttavia, dopo essere stato pestato a sangue dal padrone del night club, Jae-pil cerca Se-jin per fargliela pagare cara.

Titolo Originale
어른들은 몰라요 (eo-reun-deul-eun mul-la-yo)
Genere
Drammatico
Regia e Sceneggiatura
Lee Hwan
Interpreti
Lee Yoo-mi, Hani, Shin Haet-bit, Lee Hwan, Park Kang-sub, Bang Eun-jung, Heo Joon-seok, Han Sung-soo, Jo Sung-ha, Lee Seung-yeon, Park Soo-young, Kim Kang-hyun, Nam Moon-chul
Corea del Sud, 2020, 127′

Young Adult Matters è un film intriso di maledettismo giovanile, su cui Lee Hwan, alla sua opera seconda, non indaga tanto sulle cause, ma ne descrive l’esperienza con lucidità e cinismo.
Del background di Se-jin infatti si sa poco. Solo dalle parole di Se-jeong si riesce a capire che le due sorelle sono tutrici l’una dell’altra, in assenza di genitori che presumibilmente sono morti. Mentre di Joo-yeong si sa solo che è scappata di casa. Ci sono ovviamente situazioni che suggeriscono un ambiente malsano, dal bullismo scolastico alla circonvenzione d’incapace, ma che non giustificano l’atteggiamento compartecipe di Se-jin. Usa ad esempio l’autolesionismo per attirare l’attenzione su Instagram. Inoltre, reagisce con un sorriso agli atti di bullismo nei suoi confronti, anche a causa di una evidente semi infermità mentale. E infine fa sesso indiscriminatamente, non curandosi delle conseguenze.
Pur essendo consapevole che più si cresce e più si soffre, Se-jin prende la vita come un gioco, e tale sembra anche per lo spettatore, quando ad esempio Eun-jeong viene ironicamente schiacciata da un container, o quando le due sorelle spacchettano merendine in un supermercato, noncuranti di una sorveglianza che non c’è.
Tale carattere anticonvenzionale non fa che sconvolgere i punti di riferimento dell’altro personaggio complesso in Young Adult Matters, ovvero Jae-pil, interpretato dallo stesso regista.
Innamoratosi di Se-jin, Jae-pil fa di tutto per accontentarla, ma quando alfine comprende a sue spese che la ragazza sa accontentarsi benissimo da sola nella maniera che più le aggrada e che più lo ferisce, va in cortocircuito e si perde in una furia cieca e vile.
Dopotutto Se-jin non vuole essere salvata, nemmeno dal Signore, per cui non nutre neanche odio. Eppure, un paio di fotografie appese al muro accanto a una croce, in cui i relativi personaggi sono disposti in pose diverse, all’inizio e alla fine del film, mostrano l’ipocrisia di chi in nome della religione sfrutta il prossimo per proprio tornaconto. Ad ogni modo, ciò che importa a Se-jin è solo liberarsi del peso che le cresce dentro, e tornare a sentirsi libera di condurre la propria vita come le pare e piace, a bordo del suo longboard.
A proposito di longboard, molto elegante la regia di Lee Hwan nel riprendere le evoluzioni degli skaters, accompagnate da una funzionale colonna sonora trap e hip hop.
Pubblicato il 19/07/2021 da KoreanWorld.it
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