





In Tropical Story Min-hoon (Choi Hong-joon) si suicida durante una licenza dal servizio militare poiché non riesce più a sopportare il bullismo ai suoi danni per via della sua omosessualità. Successivamente suo fratello Min-ki (Yoo Dong-kyun) si reca a Pattaya, in Thailandia, per trovare Jae-hee (Park Hyun-soo), il ragazzo di Min-hoon. All’inizio Min-ki ce l’ha con Jae-hee, reo di aver abbandonato Min-hoon nel momento del bisogno. Tuttavia, col passare del tempo, Min-ki riesce a perdonare Jae-hee, e i due cominciano a provare dei sentimenti l’uno verso l’altro. Intanto Jae-hee si prende cura di Tae-kyeong (Lee Geun-joo), il fratellastro che prova segretamente qualcosa per lui, ma che è prossimo alla morte per via di una malattia incurabile.



Titolo Originale
열대야 (yeol-dae-ya)
Genere
Drammatico, Melodramma, Romantico
Regia
Kim Hun
Interpreti
Park Hyun-soo, Yoo Dong-kyun, Lee Geun-joo, Choi Hong-joon
Corea del Sud / Thailandia, 2017, 94′



Coproduzione tra Corea del Sud e Thailandia, Tropical Story è un gay movie in cui l’omosessualità non ha barriere, ma viene annacquata da un melodramma romantico.
Pattaya, con le sue calde acque e la sua vivace scena gay, è lo scenario ideale per ambientare una storia in cui ogni personaggio vive la propria omosessualità senza remore e impedimenti. Sì, certo, Min-hoon addirittura si suicida, per via di un ambiente militare che gli rende la vita sessuale impossibile. Ma ciò rimane un dettaglio pleonastico e non approfondito. I veri ostacoli che i quattro protagonisti si trovano ad affrontare sono invece quelli del cuore. Al di là della malattia terminale che ne facilita l’uscita di scena, Tae-kyeong soffre per un amore che non può essere corrisposto. Alla stessa stregua, Min-hoon si inabissa nel mare perché non può più contare sul sostegno del suo amato. Mentre Min-ki e Jae-hee sono bloccati rispettivamente da una richiesta di scuse non concessa e da un senso di colpa non elaborato.
Il regista Kim Hun finisce in questo modo però per virare su un più innocuo e edulcorato romanticismo che si allontana dai torni sporchi e espliciti del suo precedente One Summer Night. E questa svolta fa ancora più specie se si considera Kim Hun allievo e collaboratore di un certo Lee Sang-woo, regista di film feroci e brutali come Father Is a Dog e Mother is a Whore. Cineasta, quest’ultimo, che a sua volta aveva collaborato con un autore altrettanto anticonvenzionale come Kim Ki-duk in Time e Breath.
Di sicuro Tropical Story ha il merito di mostrare l’omosessualità come una condizione naturale che non deve necessariamente essere sempre e comunque abbinata alla denuncia sociale. Ma dal punto di visto drammaturgico ne risente, non offrendo niente di diverso da un qualsiasi film romantico eterosessuale privo di audacia.
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