

È disponibile dal 01/01/2021 su Netflix What Happened to Mr. Cha?, in cui l’attore Cha In-pyo interpreta sé stesso. Vecchia gloria del cinema coreano degli anni 90, Cha si ritrova, da cinquantenne, a sgomitare per trovare spazio in uno show televisivo. Pur essendo ancora in forma e con un’immagine di brava persona agli occhi del pubblico, non riesce a competere a livello di popolarità con divi del calibro di Choi Min-sik, Lee Byung-hun e Song Kang-ho. Proprio mentre gli si presenta l’occasione di poter rientrare in quella ristretta cerchia, gli capita un incidente che mette a rischio la sua incolumità, ma soprattutto la sua immagine.

Titolo Originale
차인표 (cha-in-pyo)
Genere
Commedia
Regia e Sceneggiatura
Kim Dong-gyu
Interpreti
Cha In-pyo, Jo Dal-hwan, Jo Sang-gu, Jo Han-joon, Park Ji-su, Park Young-gyu, Ji Seung-hyun, Song Jae-ryong
Corea del Sud, 2019, 106′

L’esordio alla regia (e anche alla sceneggiatura) di Kim Dong-gyu è una curiosa commedia che gioca tra realtà e finzione mostrandoci un attore disposto a ridere di sé e a prendersi in giro.
Sì, poiché l’attore in questo caso difficilmente può distaccarsi dall’immagine del suo personaggio. Tanto più che la trama verte proprio sul concetto di immagine, da riproporre, difendere, e alfine sacrificare. Va pertanto apprezzata l’umiltà di Cha In-pyo nel presentarsi come un attore vanesio, egocentrico e preoccupato più di salvaguardare la sua immagine che la sua pelle. Tanto che una menomazione fisica a cui va incontro diventa irreparabile non tanto per la sua integrità fisica, ma per quanto possa risentirne la sua carriera.
Nonostante il prologo sia utile a presentare il personaggio e il tema del film, What Happened to Mr. Cha? sembra non decollare mai, tra shooting fotografici e dialoghi con il manager che descrivono la quotidianità dell’attore.
Finalmente arriva poi l’incidente, l’intervento dall’alto che inserisce la realtà nella finzione, e vivacizza una sceneggiatura altrimenti noiosa e autoreferenziale.
Subentra inoltre anche la commedia, incarnata da volti noti al genere come Song Jae-ryong, nel ruolo di un diffidente guardiano, e Park Young-gyu, direttore che sgomma con la sua auto ad ogni entrata o uscita di scena.
Ma anche il regista sa tirare fuori conigli dal proprio cilindro, infarcendo lo sviluppo narrativo di situazioni ironiche e malintesi. Come ad esempio, dal cane che raggiunge il padrone per poi rispondere al richiamo del suo stomaco, al padrone che considera il cane un membro della sua famiglia, tanto da vestirlo, per poi maledirlo non appena il cane se ne va con i soli indumenti che possano coprirgli le pubenda. O come l’intuizione di far indossare la stessa tuta del protagonista a un pervertito appassionato di mutandine femminili. O ancora il pupillo che si serve di lui per arrivare al successo e che gli mostra nel finale una totale irriconoscenza. Tutti elementi che contribuiscono a rendere la prova dell’attore Cha In-pyo ardua quanto quella del suo personaggio, se non di più.
Pubblicato il 02/01/2021 da KoreanWorld.it
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