


Ispirato a eventi storici realmente accaduti, The Swordsman narra le vicende dello spadaccino Tae-yool (Jang Hyuk), guardia personale del Re Gwanghae (Jang Hyun-sung). Quest’ultimo viene spodestato e costretto alla fuga. Ma Min Seung-ho (Jung Man-sik), primo spadaccino di corte, raggiunge e cattura il Re dopo aver sconfitto in duello Tae-yool. 15 anni dopo, il regno di Joseon, leale ai Ming, è sotto il giogo della dinastia Qing, che schiavizza la popolazione tramite i Hwangbang di Gurutai (Joe Taslim). Intanto Tae-yool, che in tutto questo tempo ha vissuto nelle montagne con la figlia Tae-ok (Kim Hyun-soo), si reca in città da Hwa-seon (Lee Na-kyung), la proprietaria di un emporio che potrebbe curare i suoi occhi, gravemente lesionati in seguito al duello con Seung-ho.

Titolo Originale
검객 (geom-gaek)
Regia e Sceneggiatura
Choi Jae-hoon
Interpreti
Jang Hyuk, Kim Hyun-soo, Joe Taslim, Jung Man-sik, Lee Na-kyung, Lee Minhyuk, Choi Jin-ho, Ji Seung-hyun, Ji Gun-woo, Gong Sang-ah, Jang Hyun-sung, Angelina Danilova
Corea del Sud, 2020, 100′

The Swordsman di Choi Jae-hoon si svolge in un’epoca per certi versi assimilabile a tante altre, in cui la penisola coreana è stata (ed è ancora) costantemente assoggettata a potenze straniere.
Se da una parte Joseon manifesta la sua sudditanza ai Ming, dall’altra subisce le razzie dei Qing, che esigono tributi inaccettabili. Ma d’altronde, un paese tormentato da continui giochi di potere e lotte fratricide non può che indebolirsi e mostrare il fianco a chi ha il potere di sfruttarla, quella debolezza.
Di fronte a questo scenario, Tae-yool e Seung-ho rappresentano ognuno un diverso modo di difendere il proprio paese. Mentre Seung-ho ha a cuore la ragion di stato, combattendo per un mantenimento degli equilibri che garantisca la pace a una popolazione stremata, Tae-yool è guidato da un senso di lealtà e giustizia che lo porta comunque a raggiungere lo stesso obiettivo. Anche se mosso da ragioni personali che lo rendono una macchina implacabile, tanto da non risparmiare nemmeno chi non può causargli nocumento, difatti salva l’erede al trono. Tuttavia Tae-ok è un’erede solo sul piano simbolico, visto che il suo posto rimane al fianco del suo padre putativo.
Ciò nonostante è lui a liberare gli abitanti del regno dalla schiavitù e a sterminare i barbari invasori. Mentre Seung-ho si limita a (rin)negare il suo apporto.
Per il resto il film si pregia di scene di lotta ben dirette e coreografate che esaltano la furia sofferta del protagonista. Tra pallottole schivate e assalti di gruppo, Tae-yool diventa una sorta di Zatoichi in erba, sicuramente meno ironico, ma non di meno inesorabile.
Pubblicato il 12/02/2021 da KoreanWorld.it
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.