


Un giorno il giovane studente universitario Lee Yeong-seok (Nam Joo-hyuk) soccorre Josée (Han Ji-min), una donna paraplegica caduta dalla sua sedia a rotelle. Nonostante un’iniziale diffidenza, Josée lascia che Yeong-seok l’aiuti a tornare a casa. In seguito il ragazzo scopre che Josée vive in una casa diroccata con un’anziana signora, e da lì non esce quasi mai. Tuttavia viaggia con la fantasia e immagina mondi e storie che finge di aver vissuto. Finisce poi con l’innamorarsi del ragazzo, sebbene lo respinga per timore di essere compatita. Anche Yeong-seok, dal canto suo, comincia a provare dei sentimenti per la donna.

Titolo Originale
조제 (jo-je)
Genere
Melodramma
Regia e Sceneggiatura
Kim Jong-kwan
Interpreti
Han Ji-min, Nam Joo-hyuk, Heo Jin, Park Ye-jin, Jo Bok-rae, Lee So-hee, Lee Sung-wook, Kim Geum-soon, Jang Se-won, Yoon Hye-ri, Yoo Yeong-hyeon, Jung Yi-seo, Lee Ju-young
Corea del Sud, 2020, 117′

Remake del giapponese Josee, the Tiger and the Fish (2003), il film di Kim Jong-kwan traspone nella Corea contemporanea il melodramma anticonvenzionale di una favola interrotta dal pragmatismo, scritto nel 1984 da Seiko Tanabe.
Il film narra prima di tutto il processo di emancipazione della protagonista da una condizione che l’ha segregata in un mondo di fantasia in cui si rifugia. Essendo orfana poi, ha cercato di costruirsi una famiglia immaginaria, diventando la mamma di un altro orfano e la nipote di una robivecchi. Lasciata sola, trova in Yeong-seok non solo un rimedio alla solitudine, ma il suo superamento. Impara a non aver più paura della tigre e ad uscire dall’acquario in cui è intrappolata, anche senza la sua ragione di vita, che porterà comunque sempre nel suo cuore.
Quest’epilogo doloroso, da una parte è comprensibile, in quanto è la stessa Josee, consapevole della realtà delle cose, ad invitare Yeong-seok a prendere atto di una storia senza futuro. Gli fa infatti notare che non può avere figli, ma donargli solo responsabilità che alla sua età il giovane studente squattrinato non può ancora permettersi di assumere.
Tuttavia è Yeong-seok a scegliere di non avere coraggio.
Fa storcere il naso infatti il suo adattarsi a una situazione di comodo sacrificando ciò che più conta per lui. Tra l’altro ottiene lavoro con metodi per niente ortodossi e si rimette insieme alla stessa ragazza a cui aveva espresso il suo disinteresse.
Un po’ come nel citato romanzo “Le piace Brahms” di Sagan (autore tra l’altro di quel “Nuvole Meravigliose” da cui Josee prende il nome), si sente combattuto tra la sicurezza di una vita noiosa e un futuro ignoto, che si poggia solo sul sentimento. Sceglie quindi la strada onesta, sincera e realistica della comfort zone, ma portando dentro di sé un macigno di rimpianti su un’ipotesi di vita che nessun impiego a tempo indeterminato o matrimonio di convenienza potrà mai restituirgli.
Da sottolineare il buon accompagnamento musicale, che soprattutto verso la fine imprime di malinconia i dialoghi brevi ma concisi di due attori in parte. Soprattutto per quanto riguarda Han Ji-min, che dopo Miss Baek, offre un’altra interpretazione di buon livello, dolce e dolente.
Pubblicato il 07/03/2021 da KoreanWorld.it
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