


In Voice of Silence, il muto Tae In (Yoo Ah-in) e lo sciancato Chang Bok (Yoo Jae-myung) svolgono due attività. Una è vendere uova, mentre l’altra è disfarsi di cadaveri uccisi per conto di organizzazioni criminali. Un giorno un cliente chiede loro di rapire una persona. Con somma sorpresa i due scoprono che l’obiettivo da sequestrare è una bambina di 11 anni di nome Cho Hee (Moon Seung-ah). Quest’ultima deve poi essere liberata previo pagamento di un riscatto da parte del padre. Ma il cliente viene ucciso e i due devono trovare un modo per liberarsi della bambina.

Titolo Originale
소리도 없이 (so-ri-do eobs-i)
Genere
Commedia, Drammatico, Crimine
Regia e Sceneggiatura
Hong Eui-jung
Interpreti
Yoo Ah-in, Yoo Jae-myung, Moon Seung-ah, Lee Ka-eun, Jo Ha-suk, Seung Hyung-bae, Im Kang-sung, Yu Seong-ju, Kim Ja-young, Seo Dong-soo, Hong Seok-bin, Kim Han-na
Corea del Sud, 2015, 96′

Voice of Silence, film d’esordio della regista Hong Eui-jung, è una black comedy che affronta con leggerezza il dramma, e osserva con gli occhi dell’infanzia un mondo in cui è labile il confine tra il bene e il male.
Sebbene i protagonisti siano Tae In e Chang Bok, risulta subito evidente infatti che il punto d’osservazione delle vicende appartenga alla piccola Cho Hee. Forse perché colpita dalla sindrome di Stoccolma, o semplicemente per un processo di imitazione tipico dell’infanzia, la piccola protagonista si adegua alla nuova realtà in cui viene catapultata, finendo addirittura con l’aiutare la coppia di sequestratori nel loro sporco lavoro. Prende ad esempio una pala per scavare la fossa ad una delle vittime, e rassetta la stanza del suo rapitore. Inoltre dipinge petali attorno alle gocce di sangue dei malcapitati, quasi a simboleggiare lo sguardo dell’innocenza di fronte alla banalità del male. Ciò nonostante Cho Hee è ben consapevole di quello che le sta accadendo. Tanto che cerca costantemente una via di fuga non appena le si presenti l’occasione.
Tae In, di cui non è dato sapere il motivo per cui non parli, instaura senza volerlo un rapporto di fiducia con la giovane sequestrata. Tuttavia tale rapporto s’incrina nel momento in cui Tae In abbandona la piccola al suo destino. Nonostante Tae In la salvi, Cho Hee fugge. Ma è comunque lui a restituirle la libertà. Facendolo però si scontra con la realtà delle conseguenze del suo atto criminoso. Emblematica da questo punto di vista la mano di Tae In che non lascia la stretta della mano di Cho Hee, per paura che lei faccia quel che poi in effetti fa.
MA RIMANE TUTTAVIA LA PRESA DI COSCIENZA CHE NON È TUTTO COME SEMBRI.
Chang Bok ad esempio si disfa dei cadaveri pregando per le loro anime. Per non parlare poi dell’ironia di un poliziotto scambiato per un ubriaco dalle cattive intenzioni. Di fronte all’ambiguità della situazione Tae In e Cho Hee non possono che rimanere spiazzati e combattuti. Da una parte il rapporto di fiducia e affetto resiste, dall’altra c’è una bambina da restituire, un rapitore da denunciare, e una fuga verso l’ignoto.
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Pubblicato il 06/03/2021 da KoreanWorld.it
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