


Gli Space Sweepers sono terrestri che si guadagno da vivere raccogliendo e rivendendo detriti spaziali. Tra questi, Il capitano Jang (Kim Tae-ri), il pilota Tae-ho (Song Joong-ki), il macchinista Tiger Park (Jin Seon-kyu) e il robot Bubs (Yoo Hae-jin) sono i membri dell’equipaggio dell’astronave Vittoria. Un giorno essi scoprono di aver raccolto Dorothy (Park Ye-rin), una bambina androide che ospita al suo interno una bomba all’idrogeno installata dall’organizzazione terrorista delle Volpi Nere. Avendo bisogno di soldi per rintracciare la figlia adottiva che ha perso durante un incidente, Tae-ho chiede un riscatto, per la consegna dell’androide, al suo creatore, il dottor Kang Hyeo-nu (Kim Moo-yul).
Ma lo scambio non va in porto perché a voler mettere le mani su Dorothy ci sono anche le Volpi Nere e la UTS. Quest’ultima è una società privata fondata dal centocinquantenne James Sullivan (Richard Armitage), che non solo governa l’orbita terrestre sostituendosi a qualsiasi stato nazionale, ma intende anche terraformare Marte per poi salvare il Pianeta Terra, destinato alla morte a causa della desertificazione. Al fine di raggiungere tale obiettivo, Sullivan utilizza la nanotecnologia, che può essere annientata solo dall’esplosione della bomba H all’interno di Dorothy.

Titolo Originale
승리호 (seung-ri-ho)
Genere
Fantascienza, Avventura
Regia
Jo Sung-hee
Regia e Sceneggiatura
Jo Sung-hee, Mokan
Interpreti
Song Joong-ki, Kim Tae-ri, Jin Seon-kyu, Yoo Hae-jin, Park Ye-rin, Kim Moo-yul, Richard Armitage
Corea del Sud, 2020, 136′

Sbarca Su Netflix Space Sweepers, il primo blockbuster di fantascienza sudcoreano che denota grandi ambizioni, ma anche limiti nella produzione.
Innanzitutto c’è da dire che il film di Jo Sung-hee non è proprio il primo sci-fi movie prodotto in Corea del Sud. Sebbene la filmografia fantascientifica coreana non sia affatto sconfinata, possiamo ricordare i primi approcci sul genere con il lontano Natural City di Min Byeong-cheon o il più recente e inosservato 11 AM di Kim Hyun-seok. Ma non c’è dubbio che Space Sweepers sia il primo a godere di un maggior budget e di un’esposizione senza precedenti.
Inoltre è un prodotto che dal lato tecnico segue quasi fedelmente innumerevoli esempi hollywoodiani, da Star Wars (i combattimenti nello spazio) a I Guardiani della Galassia (le acrobazie di Bubs). Il risultato complessivo è conseguentemente apprezzabile, seppur ancora spartano dal punto di vista estetico (i costumi squadrati delle guardie, il design minimale delle astronavi).
Dove il film cerca di distinguersi però è specialmente sul piano narrativo, raccontando una storia che oltre a intrattenere suggerisce spunti di riflessione d’indubbio interesse.
La condizione di “non cittadini” di luoghi in mano a multinazionali che si sostituiscono completamente al ruolo dei singoli stati è un tema molto attuale, se preso come deriva distopica di un processo già in atto. Pensiamo ad esempio alla pervasività di soggetti privati come i social network e i giganti della logistica, che travalicano i confini nazionali.
Ancor più affascinante potrebbe essere la figura del villain, assimilabile per certi versi al ruolo di Thanos in Avengers: Infinity War. Così come l’antieroe Marvel progettava lo sterminio come soluzione alla sovrappopolazione, così James Sullivan vuole eliminare un pianeta carnefice della sua rovina e terraformarne un altro in cui solo i giusti avranno diritto di esistere. Oltretutto il CEO della UTC ha un background tragico alle spalle che in parte giustifica il suo comportamento. Peccato che il regista scelga di annichilire tutto questo potenziale rendendo il personaggio un semplice cattivo. E inoltre affida il ruolo a un Richard Armitage che nel finale rasenta il ridicolo.
Ma è tutto il cast non coreano a non convincere appieno, soprattutto perché il livello è mediamente scarso rispetto agli attori protagonisti.
C’è poi da sottolineare la mancanza di coraggio in una sceneggiatura votata all’happy ending, tanto da rasentare l’inconcepibile. Perfino il finale malinconico pare rassicurante in vista di un, perché no, possibile sequel.
Pubblicato il 06/02/2021 da KoreanWorld.it
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