



Min Ji-suk (Kim Ji-mee) gestisce un “Ticket Bar”, in cui i clienti possono acquistare “servizi particolari”, nella città portuale di Sokcho nella provincia di Gangwon. Un giorno Ji-suk assume la signorina Yang (Ahn So-young), la signorina Hong (Lee Hye-young) e Se-young (Jeon Se-young) tramite un centro per l’impiego. La signorina Yang e la signorina Hong, che sono esperte del mestiere, sono abituate a offrire il loro corpo ai clienti. Ma Se-young, che è fidanzata con uno studente universitario di nome Min-su, respinge costantemente le richieste di favori sessuali da parte dei clienti. Finché un giorno Min-su confessa alla sua ragazza di non avere abbastanza soldi per proseguire gli studi, e Se-young comincia a concedersi ai clienti per aiutare il suo ragazzo.

“Sebbene a prima vista Ticket appaia come un tipico melodramma, è in realtà un film che denuncia lo sfruttamento delle donne come uno dei problemi più urgenti della società” (Jeong Yeong-il)
“Sebbene Ticket sia uno dei film meno noti di Im Kwon-taek, merita attenzione se considerato nel contesto dei melodrammi coreani, perché mette in discussione l’ideologia patriarcale, mostrando la lotta delle donne contro di essa” (Kim So-young).
Affrontando il tema della prostituzione praticata tramite i “Ticket Bar” nelle città di provincia, Ticket sembra apparentemente un melodramma sulle intrattenitrici molto in voga negli anni 70 e 80. Ma in realtà scardina le convenzioni del genere e denuncia duramente le contraddizioni della realtà sociale. Questa contraddizione si manifesta, per esempio, nel fatto che il ruolo del “protettore” (o “madam” in questo caso) che sfrutta le prostitute, viene ricoperto da una donna piuttosto che da un uomo, a differenza dei precedenti film sulle intrattenitrici. Sebbene Min Ji-suk gestisca un’attività che sfrutta la prostituzione, il rapporto tra lei e le sue dipendenti va oltre la semplice opposizione tra sfruttatrice e sfruttate. Se-young, la signorina Hong e la signorina Yang possono essere considerate come delle fasi di cui Ji-suk ha già fatto esperienza durante la sua vita. Sebbene appartengano a differenti generazioni, tutte queste donne sono collocate nella stessa posizione nella società patriarcale. Ticket rivela gradualmente l’empatia e il legame tra i suoi personaggi femminili come il risultato di questa comune posizione sociale, e questo senso di comunità si evidenzia in tutta la sua drammaticità quando Ji-suk tenta di uccidere il ragazzo di Se-young. Proiettando il suo passato sulla sua più giovane protetta, Ji-suk sfoga la rabbia che prova nei confronti della società patriarcale su Mi-su, il ragazzo di Se-young. È a questo punto che il film di Im Kwon-taek mette in scena un momento di sovversione femminile contro il patriarcato, e raggiunge quindi una forza di critica sociale che va al di là della portata dei melodrammi convenzionali.
La durata della pellicola di Ticket fu ridotta da 112 a 100 minuti per via della censura. I funzionari della censura richiesero che tutte le battute contenenti il termine “ticket” fossero tagliate dal film, e pretesero che il finale subisse delle modifiche. Come risultato, la versione cinematografica venne modificata per mostrare la signorina Yang e Se-young che mettono su famiglia, mentre la pellicola originale finisce con i quattro personaggi femminili che continuano a vivere nel loro stato di schiavitù.
Tratto da Korean film Archive

Titolo Originale
티켓 (Ticket)
Genere
Drammatico
Regia
Im Kwon-taek
Sceneggiatura
Song Gil-han
Produzione
Jin Seong-man, Lee Won-bu
Interpreti
Kim Ji-mee, Ahn So-young,
Myeong Hui, Lee Hye-young,
Jeon Se-yeong, Park Keun-hyong,
Choi Dong-joon, Yoon Yang-ha
Direttore della Fotografia
Koo Joong-mo
Luci
Choi Yui-jeong
Montaggio
Park Soon-duk
Musiche
Shin Byung-ha
Direzione artistica
Won Ki-ju
Corea del Sud, 1986, 100′
Per gentile concessione del Korean Film Archive, è possibile vedere il film con i sottotitoli in italiano di KoreanWorld. Buona Visione!
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Pubblicato il 24/04/2020 da KoreanWorld.it
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