

In Santamaria, l’ex detective Kang Il-doo (Jung Woong-in) torna nel suo paese natale per lavorare come vigile urbano. Dopo aver inseguito un taxi che per poco investiva suo figlio Da-seong (Yeo Jin-goo), scopre che il conducente del mezzo è il suo amico d’infanzia Sin Ho-cheol (Sung Ji-ru). La guida spericolata del tassista era giustificata dal fatto che stava portando in ospedale un’anziana signora in fin di vita. Quest’ultima muore lasciando un libretto di risparmio contenente una cifra da capogiro e una lettera su qualcuno che sta per arrivare al molo sulla nave Santamaria.
I due decidono di tenere uno il libretto di risparmio e l’altro il timbro della signora, finché non arriverà la nave.
Intanto Il-doo e il figlio vanno a vivere nella loro vecchia abitazione a fianco a quella di Ho-cheol. Sebbene Da-seong e Yoo-bin (Choi Woo-hyuk), il figlio di Ho-cheol, facciano subito amicizia, i loro padri mal si sopportano a causa di dissidi di gioventù. Infatti Ho-cheol si vide soffiare Yeon-hee (Yoo Soo-young), la ragazza che amava, proprio da Il-do. E per ritorsione rese la vita dell’amico un inferno durante il servizio militare.
Da vigile urbano Il-do si vendica delle angherie subite multando continuamente Ho-cheol. Appena un gruppo di malviventi chiede al tassista informazioni su Il-do, Ho-cheol non ci pensa due volte a fornirgliele. Tuttavia essi sono degli strozzini che esigono da Il-do la restituzione di un prestito che il vigile ha chiesto per tenere in vita la moglie in coma. E Il-do non ha modo di restituirlo, a meno che non prelevi i soldi sul libretto di risparmio della signora defunta.

Titolo Originale
북경반점 (Bukkyeong Banjeom)
Genere
Commedia, Melodramma
Regia
Jeong Yeong-bae
Sceneggiatura
Park Ye-kyeong
Interpreti
Jung Woong-in, Sung Ji-ru, Choi Ji-yeon, Kim Jung-nan, Choi Jong-won, Yoo Soo-young, Park Hyeon-soo, Lee Sang-hoon-III, Yoon Bong-gil, Kwon Hyuk, Yeo Jin-goo, Choi Woo-hyuk
Corea del Sud, 2008, 104′

Commedia familiare dello stesso regista di Cherry Tomato, Santamaria s’ingolfa in un melodramma stucchevole e una sceneggiatura superficiale.
Sebbene i pianti di Yeo Jin-goo, pur prolungati e insistiti, riescano a donare genuinità al dramma di Da-seong, lo stesso non si può dire dell’innaturale lacrima che scende sul volto della madre morente. Ed è solo la goccia che fa traboccare un vaso di emozioni affettate e scaturite da scene al limite dell’insensato. Per quanto ad esempio gli strozzini siano dei villain, non hanno di certo l’aria di spietati assassini che ucciderebbero un bambino. Soprattutto se poi, riavuto il denaro prestato, finiscono di tormentare Il-do e vengano caratterizzati ironicamente come una masnada di incompetenti.
Non parliamo poi del personaggio completamente inutile e illogico di Ho-kyeong (Choi Ji-yeon), sorella di Ho-cheol. Presentata come un’aspirante cantante, ella decide di mollare il suo sogno per conquistare il cuore di uno che gli ha vomitato in faccia e che non le ha dato alcun motivo per innamorarsi. Tant’é che Ho-kyeong dialoga quasi esclusivamente con Dae-sung, diventando in quel caso sì, un elemento chiave dell’intreccio, capace di far maturare un bambino restio a dire addio alla madre.
C’è poi il mistero della nave, che dando il titolo al film, presupporrebbe, se non un ruolo centrale, almeno una spiegazione su chi debba arrivare a bordo di questa Santamaria, e cosa c’entri con il denaro della signora.
Pubblicato il 25/10/2023 da KoreanWorld.it
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