

In Dogs in The House, Soo-ro (Kim Young-ho) chiede soldi in prestito al suo amico Man-seok (Kim Jung-pal) per ristrutturare la sauna che ha in gestione. Il prestito però prevede interessi elevati, impossibili da onorare. Intanto Man-seok sta divorziando da Jeong-hee (Kim Tae-jung). Pur di non pagarle gli alimenti, propone a Soo-ro di ucciderla in cambio di 3 miliardi won, da riscuotere dopo aver scontato la pena per l’omicidio.
E così Soo-ro si reca insieme ai suoi tirapiedi Dong-sik (Yoon Bong-gil) e Joong-gi (Kang Han-saem) a casa di Man-seok, sequestrando tutta la sua famiglia. Tuttavia Joong-gi convince Soo-ro a non fidarsi di Man-seok. Di conseguenza, invece di uccidere Jeong-hee, Soo-ro cerca di estorcere i 3 miliardi di won all’amico. Ma non è solo Soo-ro a pretendere la riscossione di quei soldi, e non è solo Man-seok, l’unico di cui non fidarsi. Perfino i figli di quest’ultimo, Min-ah (Lee Seung-hyun) e Min-soo (Baek In-ho), hanno qualcosa da nascondere e bramano quel denaro.

Titolo Originale
청춘빌라 살인사건 (cheong-chun-bil-la sal-in-sa-geon)
Genere
Black Comedy
Regia e Sceneggiatura
Shin Hae-gang
Interpreti
Kim Young-ho, Kim Jung-pal, Yoon Bong-gil, Kang Han-saem, Kim Tae-jung, Lee Seung-hyun, Baek In-ho, Park Sang-hoon, Jung Hyun-ho, Choi Won
Corea del Sud, 2018, 94′

Teatrale e ben strutturata, Dogs in The House di Shin Hae-gang è una black comedy cinica e ricca di colpi di scena
Alla stregua di un teatro infatti, la casa diventa il palcoscenico di una pièce in 7 atti, in cui i “cani” del titolo si scannano l’uno contro l’altro. E tramite misteriosi comportamenti e sapienti flashback che ne rivelano i motivi, scopriamo che nessun personaggio funge da vittima sacrificale. Ad eccezion fatta di Soo-ro e Jeong-hee, vittime della loro ingenuità, tutti gli altri fanno il doppio gioco. I figli di Man-seok, in particolare, si rivoltano contro i loro stessi genitori biologici. Se Min-ah è comunque giustificata, poiché costantemente malmenata dal padre, Min-so progetta di approfittarsi di una madre che ha a cuore solo i suoi interessi. Un’avidità spietata e materialista manifestata anche dai suoi amici, che si uniscono alla carneficina anche solo per comprarsi un nuovo cellulare.
L’espediente del doppio gioco consente poi al regista di creare momenti di ironia straniante. Come quando ad esempio Joong-gi esprime la sua insensata passione per la lettura. Che poi celi altro, lo veniamo a sapere solo successivamente. O come quando Min-ah risparmia Soo-ro, non certo perché quest’ultimo le ha curato un graffietto.
A tutto ciò si aggiunge un montaggio efficace che fa ampio uso di flashback e flashforward senza mai disunirsi e frammentare il flusso della narrazione.
Pubblicato il 08/01/2022 da KoreanWorld.it
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