








In Idol, la carriera politica di Myeong-hoi (Han Suk-kyu) viene compromessa quando suo figlio Yo-han (Cho Byeong-kyu) uccide un disabile investendolo con l’auto e lo porta a casa. Mentre sua moglie (Kang Mal-geum) cerca di disfarsi del cadavere, Myeong-hoi lo riporta nel luogo dell’incidente e convince il figlio a costituirsi. Intanto Joong-sik (Sol Kyung-gu), il padre della vittima, si mette alla ricerca di Ryeon-hwa (Chun Woo-hee), l’immigrata cinese clandestina che era in luna di miele con il figlio, dopo averlo sposato per ottenere un certificato di matrimonio che le evitasse il rimpatrio coatto, e che dopo l’incidente è scomparsa. Essendo l’unica testimone che possa aggravare la posizione di Myeong-hoi, Ryeon-hwa viene ricercata anche da quest’ultimo.



Titolo Originale
우상 (woo-sang)
Genere
Thriller
Regia e Sceneggiatura
Lee Su-jin
Interpreti
Han Suk-kyu, Sol Kyung-gu, Chun Woo-hee, Yoo Seung-mok, Hyun Bong-sik, Kang Mal-geum, Kim Seong-nyeo, Seo Ju-hee, Kim Myung-gon, Cho Byeong-kyu, Lee Woo-hyeon, Kim Jae-hwa
Corea del Sud, 2018, 144′



Dopo il sorprendente esordio con Han Gong-ju, Lee Su-jin, alla sua seconda prova, dirige due veterani come Han Suk-kyu e Sol Kyung-gu, e la sua musa Chun Woo-hee, in un thriller feroce e ambizioso, ma eccessivamente intricato.
La sensazione che si ha fin dall’inizio infatti è che in Idol il regista abbia messo troppa carne al fuoco, rendendo ostico l’unire i puntini che delineino il quadro d’insieme. Molto dipende anche da un montaggio frammentato e ellittico, che mostra meno di quanto dovrebbe e potrebbe, visto il minutaggio alquanto generoso della pellicola. Il finale simbolico e criptico poi chiude il cerchio.
Nonostante ciò Lee Su-jin realizza un thriller d’autore che indaga brutalmente sulla complessità dell’animo umano, pervaso da contraddizioni, e sulle apparenze che ingannano. L’incipit depista subito, con Joong-sik che sciocca lo spettatore confessando di aver masturbato il figlio disabile. Tuttavia il suo gesto è tutt’altro che deprecabile, essendo l’unico modo per alleviare la sofferenza del figlio. Al contrario Myeong-hoi è il ritratto dell’uomo onesto e irreprensibile. Ma messo alle strette dagli eventi, entra in un vortice di perdizione che lo divora addirittura nell’inconscio, sognando di provocare la morte del figlio per interessi personali.
Discorso ancora più complesso per Ryeon-hwa. Sebbene la sorella la presenti come un essere malvagio, si è tenuti a considerarla una vittima con buone intenzioni. In realtà è una bomba pronta ad esplodere, affatto indifesa e che sa il fatto suo.
Completano il quadro personaggi secondari altrettanto subdoli e non edificanti. Come ad esempio l’avvocato che cerca visibilità, la suocera malfidata, e il figlio viziato, protetto da una madre disposta a tutto per difenderlo.
Pubblicato il 16/12/2021 da KoreanWorld.it
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