


In Live Hard, Kang Deok-gyoo (Chris Lyon) è costretto a dare in pegno la sua chitarra, pur guadagnandosi da vivere rappando. Tuttavia spera di essere ingaggiato in un locale per suonare blues, il genere che ama. Anche il bassista Cheol (Lee Jae-ho) e il batterista Seop (Galchi) della band Meojeori si trovano nella stessa situazione. Ma il loro leader, il chitarrista Im-jae, li abbandona per fare un album solista a Budapest. A supportarli resta la sola Eun-jeong (Gong Min-jung), amante e groupie di Im-jae.

Titolo Originale
라이브 하드 (ra-i-beu ha-deu)
Genere
Drammatico, Musicale
Regia e Sceneggiatura
Hwang Wook
Interpreti
Chris Lyon, Lee Jae-ho, Galchi, Gong Min-jung, Lee Kyu-bok, Kim Hong-guk, Jo Young-jin, Seo Hyun-woo, Kwak Min-ho, Shin Hyun-tak, JooBooM, Jeong Joon-oh, Park Geun-hong
Corea del Sud, 2018, 100′

In un bianco e nero desolante, Hwang Wook mostra il “Live Hard” di musicisti che stentano a potersi esprimere o a fare di una passione una professione.
Il live del titolo è infatti da intendersi non solo nel termine “dal vivo”, ma soprattutto nell’accezione di una vita dura da affrontare. Lo è per un afrocoreano, che oltre a subire (non senza reagire) insulti razzisti, deve artisticamente prostituirsi per poi cercare un ingaggio in un locale malfamato. Eppure il suo blues è gradevole e orecchiabile, come sono eccellenti le esecuzioni di tutti i musicisti che si alternano sul palco.
Sentiamo nell’ordine una band poprock, un’altra hardrock, il jazz pianistico di due ragazze e un chitarrista di flamenco, accompagnati dal ballo un po’ surreale di un uomo che beve e fuma. Malgrado i loro requisiti, difficilmente possono strappare un ingaggio che possa sostenerli finanziariamente. A maggior ragione se ad esibirsi è un gruppo punkrock a mezzo servizio a cui manca il leader, senza il quale i membri restanti non possono nemmeno definirsi un gruppo.
La vita è dura, e pertanto Deok-gyoo finisce per dimenarsi nella ripresa di un video rap, che almeno un compenso può garantirgli. Mentre Seop riesce a trovare un ingaggio come turnista per un mese, a differenza del burbero Cheol, che deve trovarsi un qualsiasi lavoretto per tirare a campare. L’alternativa sarebbe raggiungere Im-jae a Budapest, ma con quali soldi?
Formalmente Hwang Wook dirige un film che sa tirare fuori l’ironia da dialoghi e personaggi irriverenti (Cheol e Eun-jeong su tutti), immersi in un bianco e nero straniante.
Pubblicato il 12/08/2023 da KoreanWorld.it
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