


In Long Day, quattro storie slegate tra loro, ma accomunate da diversi punti di vista, si susseguono nell’arco di una giornata a Gangneung.
Si inizia con “A House With A Tall Persimmon Tree”, in cui lo scrittore Hyeon-soo incontra Yoon-joo, l’ex inquilina della sua abitazione. I due trascorrono la giornata insieme, finché Yoon-joo lascia Gangneung.
Si prosegue poi con “The Railway Seafood Restaurant”. Protagonisti sono i cineasti fidanzati Hyeon-soo e Jeong-yoon, che si lasciano in malo modo dopo un alterco.
Nel terzo episodio, “The Ocean View Studio”, invece il vedovo Hyeon-soo incontra Yoon-joo, la moglie di un regista con cui la sua defunta moglie, la sceneggiatrice So-yeong, potrebbe averlo tradito.
Infine, in “Long Day“, la scrittrice Jeong-yoon, torna a Gangneung per chiedere a Yoon-joo, la protagonista del suo romanzo, il permesso di trasporre il romanzo in un film.

Titolo Originale
긴 하루 (gin ha-ru)
Genere
Film a episodi, Melodramma
Regia e Sceneggiatura
Cho Sung-kyu
Interpreti
Kim Dong-wan, Kim Sungje, Seo Jun-young, Kim Hye-na, Shin So-yul, Nam Bo-ra, SunMin, Jung Yeon-joo, Lee Da-hye, Kim Han-na, Min Chae-yeon, Kim Ji-chul, Joo Jae-yoon
Corea del Sud, 2021, 100′

Con Long Day, Cho Sung-kyu dirige un film sul rapporto tra cinema e memoria nell’arco di quattro episodi compenetranti.
L’unicità del messaggio è intuibile già solo dalla condivisione di ubicazione (Gangneung) e personaggi (stessi nomi e professioni). Tutti i protagonisti frequentano più o meno gli stessi luoghi, anche se in tempi diversi. E ognuno lavora nel campo dell’editoria o del cinema. L’autoreferenzialità dei mestieri non è però fine a se stessa, poiché serve ad articolare una riflessione sempre più complessa di episodio in episodio, sull’autenticità della memoria.
Che sia scritto, fotografato o filmato, il presente non può essere catturato, poiché appartiene a quell’istante che dev’essere goduto e vissuto. La riproduzione o l’interpretazione è già di per sé una manipolazione che non può restituire la verità di un segreto, al massimo una verità soggettiva. Tale dissertazione viene enunciata tramite i topoi del melodramma.
E così nel primo episodio, il dialogo sulla fine di un amore serve a introdurre il tema dei ricordi, unici resti di una relazione naufragata. Che è poi la condizione finale dei due fidanzati, che si lasciano per un ricordo frainteso. Anche lo Hyeon-soo del terzo episodio conserva un ricordo della moglie, che però viene corrotto dalla prova ingannevole di una foto, che riflette a sua volta, dietro un sorriso, il sentimento di chi osserva, non di chi è riprodotto.
Se in questa storia la scrittura è la verità che non può ingannare nessuno, la memoria più esatta che si può conservare della realtà, nell’episodio finale tale affermazione viene sovvertita. La sceneggiatura, per la protagonista del romanzo, distorce la memoria. E il cinema non può far altro che raffinare ulteriormente questo processo.
Sebbene ponga interrogativi di indubbio interesse con espedienti narrativi ricercati, Long Day pecca forse di un’eccessiva prolissità nei dialoghi, che allungano la giornata a dismisura, lasciando alla sola Gangneung il compito di compiacere l’occhio di chi guarda.
Pubblicato il 22/12/2022 da KoreanWorld.it
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