


In The Glory, Dong-eun (Jung Ji-so) subisce le angherie di Yeon-ji (Shin Ye-eun) e del suo gruppo di amici. In particolare, Yeon-ji le ustiona gran parte del corpo con una piastra per i capelli. Dopo aver covato rancore per tutta la vita, Dong-eun (Song Hye-kyo) attua la sua vendetta contro Yeon-jin (Lim Ji-yeon) e i suoi amici Jae-joon (Park Sung-hoon), Hye-jeong (Cha Joo-young), Sa-ra (Kim Hieora) e Myeong-oh (Kim Gun-woo). Ad aiutarla nei suoi propositi, intervengono Hyeon-nam (Yeom Hye-ran), una domestica abusata dal marito, e Yeo-jeong (Lee Do-hyun). Quest’ultimo insegna a Dong-eun a giocare a Baduk, tramite il quale Dong-eun attira l’attenzione di Do-yeong (Jung Sung-il), il marito di Yeon-ji.

Titolo Originale
더 글로리 (deo geul-lo-ri)
Regia
Ahn Gil-ho
Sceneggiatura
Kim Eun-sook
Interpreti
Song Hye-kyo, Lee Do-hyun, Lim Ji-yeon, Yeom Hye-ran, Park Sung-hoon, Jung Sung-il, Ahn So-yo, Cha Joo-young, Jung Ji-so, Kim Hieora, Kim Gun-woo, Kim Jung-young, Shin Ye-eun, Oh Ji-yul
Corea del Sud, 2022, 16 Episodi

Bullismo e arrivismo sociale compongono in The Glory gli ingredienti di una serie che però si dilunga nel revenge.
Come in Lost di Heo jin-ho, la vittima spedisce missive immaginarie (o reali) alla sua carnefice, alimentando aspettative non solo sulle conseguenze di una vendetta, ma anche sulle sue cause. In entrambi i casi però, le motivazioni appaiono più gravi di quello che sono. Certo, non è in discussione la sofferenza fisica e mentale provata dalla protagonista. Più che altro, perplime il processo vendicativo, tanto studiato quanto soggetto al caso, e che non raggiunge mai il climax, anche per via della struttura seriale, che impone l’attesa.
Ciò che assistiamo in questa prima parte di stagione è quindi un’eterna preparazione a una nemesi più parlata e pensata, che attuata. Agli antagonisti, e di riflesso agli spettatori, non resta che congetturare sui propositi della protagonista, che almeno, fino ad ora, non sembrano portare da nessuna parte.
Ovviamente, essendo stati distribuiti solo 8 episodi su 16, è presto per avere un’apice vendicativo.
Tuttavia, questa prima parte manca di un cliffhanger che lasci col fiato (e l’interesse) sospeso. Inoltre, le varie sottotrame vengono solo accennate, e lasciano personaggi caratterizzati a metà. Incompiuta ad esempio, rimane la figura di Yeo-jeong, che sembra più complessa di quella di un banale principe azzurro, ma appunto, sembra.
Interessante, benché inflazionata, è la rappresentazione di un universo studentesco permeato dalle disuguaglianze sociali esercitate nel bullismo, che si perpetrano in altre forme in età adulta. Chi eredita una posizione di potere, come Yeon-ji, la sfoggia ai danni dei meno abbienti, e la mantiene con la prepotenza e un arrivismo da rendita di posizione. Dopotutto Yeon-ji è “solo” una meteorologa che non sa nemmeno scriversi i testi, ma che lavora unicamente perché ha sposato un uomo che la finanzia (anche sul piano lavorativo) e che l’ha scelta solo per la sua bellezza appariscente.
Anche Hye-jeong pare afflitta dalla stessa, se non ancor più evidente, ansia da affermazione sociale di Yeon-ji. E Dong-eun sfrutta la sua e le altrui debolezze per tramare la propria vendetta. Mentre a Hyeon-nam e a Yeo-jeong è affidato il compito di smorzare le rigidità emotive della sfinge protagonista, chiusa com’è nella corazza della sua missione.
Appuntamento a Marzo, per verificare a cosa portino gli sviluppi di trame e sottotrame finora solo abbozzate.
Con i restanti episodi trasmessi da Netflix tutti i nodi vengono al pettine, soprattutto nell’episodio finale.
Come nella tradizione dei revenge thriller coreani, non esiste perdono per un “torto” subito o redenzione per un “torto” commesso. Ne consegue che la vendetta sia un piatto che va servito congelato, e che si possa trovare la propria gloria solo nella soddisfazione della rivalsa. Neanche un serial killer deve trovare un attimo di pace prima della sua esecuzione. Poiché non è considerato umano, non può beneficiare di umana pietà o di un giuramento di Ippocrate applicabile solo a chi appunto può definirsi umano.
The Glory si dimostra pertanto una serie piuttosto cinica e onesta, sebbene annacquata da un lato romantico bidimensionale e poco convincente. L’ostinazione di Yeo-jeong per Dong-eun pare nascondere un secondo fine che in realtà non esiste, e si riduce semplicemente a un puro sentimento d’amore, motivato da nessuna ragione particolare. A far storcere il naso sono anche le interpretazioni sopra (Lim Ji-yeon) e sotto (Song Hye-kyo) le righe delle protagoniste, che caricaturizzano troppo i loro personaggi, rendendoli poco naturali.
Pubblicato il 03/01/2023 da KoreanWorld.it
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