


In Lost to Shame, Song-joon (Nam Yeon-woo) sogna di recitare come protagonista nell’opera teatrale a tema omosessuale “Dark Life”. A tal fine conosce il transessuale I-na (Hong Jeong-ho) e prende lezioni di danza da suo fratello Song-hyeok (Ahn Sung-min). Successivamente, ottiene la parte. Nonostante mostri pubblicamente rispetto verso le minoranze, non appena alcuni eventi sconvolgono le sue certezze, Song-joon entra in conflitto con la sua omofobia latente. Prima di tutto l’amico Woo-jae (Han Myung-soo) gli confessa di essere omosessuale. Ma per quanto un segreto possa infastidire un amico tenuto all’oscuro, ciò che fa perdere la testa a Song-joon è scoprire che il fratello intrattenga una relazione sessuale con Woo-jae.

Titolo Originale
분장 (bu-jang)
Genere
Drammatico
Regia e Sceneggiatura
Nam Yeon-woo
Interpreti
Nam Yeon-woo, Ahn Sung-min, Hong Jeong-ho, Han Myung-soo, Yang Jo-a, Choi Yong-jin, Kim Jung-young, Lee Soo-kwang, Lee Seung-chan, Heo Jung-do, Joo Yeong, Park Se-jun, Heo Ji-won
Corea del Sud, 2016, 103′

Con Lost to Shame, l’attore-regista Nam Yeon-woo inscena la tragedia dell’omofobia latente, camuffata in una ipocrita tolleranza.
Il protagonista recita sia sul palco che nella vita reale due ruoli complementari. Nell’opera Dark Life interpreta un transessuale che fa coming out. Mentre, tolto il trucco di scena, Song-joon si atteggia a strenuo difensore dei diritti delle minoranze. Non solo fa la conoscenza del transessuale I-na, ma ne diventa amico. Con il senno di poi, si potrebbe sostenere che lo faccia unicamente per entrare nel personaggio che deve interpretare ed ottenere la parte. Ma la sua sembra comunque una scelta sentita e convinta.
Finché anche lui è costretto a fare coming out. Diversamente dal suo personaggio, deve però confessare a sé stesso di essere inconsciamente omofobo, non appena il tema, tanto tollerato come concetto astratto, lo tocca intimamente nella cerchia amicale e familiare.
Sorprendentemente, alla sua crisi d’identità fuori dal teatro, corrisponde un successo sempre più acclamato sul palcoscenico. Questo perché il tema di Dark Life non è l’omosessualità in sé, ma proprio il coming out, con tutti gli elementi di insicurezza e paura che lo contraddistinguono e che il conflitto interiore di Song-joon esalta, fino all’immedesimazione estrema nel finale.
Tanto Song-joon edifica un’immagine salda e carismatica di sé nella finzione della recita (sul palco e fuori), tanto cade a pezzi di fronte alla sua ipocrisia. A I-na basta un cambio nello sguardo del supposto amico per smascherare la sua vera natura e renderlo consapevole del suo infingimento. Song-joon deve inoltre fare i conti con la consapevolezza di essere peggio dell’amico che almeno ammetteva di essere omofobo. E pesa sulla sua coscienza il fatto di aver condannato il fratello, non tanto a una carriera finita, ma più che altro a una leva militare a cui difficilmente sopravvivrà.
Pubblicato il 09/06/2022 da KoreanWorld.it
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