


In The Roundup, il detective Ma Seok-do (Ma Dong-seok) si reca in Vietnam insieme al capitano Jeon Il-man (Choi Gwi-hwa) per estradare in Corea il criminale Yoo Jong-hoon (Jeon Jin-oh). Giunto a destinazione, scopre che Jong-hoon è invischiato in un giro di rapimenti di turisti coreani organizzati dallo spietato Kang Hae-sang (Son Sukku). Il detective Ma cerca quindi di acciuffare Kang, che però riesce a fuggire e a tornare in Corea per uccidere Choi Choon-baek (Nam Moon-chul). Quest’ultimo aveva ordinato ad alcuni mercenari di uccidere Kang, reo di avergli ucciso il figlio Choi Yong-gi (Cha Woo-jin) dopo aver chiesto il riscatto. Tornato in Corea, Ma dà la caccia a Kang insieme alla sua squadra.

Titolo Originale
범죄도시 2 (beom-joi-do-si 2)
Genere
Azione, Poliziesco
Regia
Lee Sang-yong
Sceneggiatura
Kim Min-sung
Interpreti
Ma Dong-seok, Son Sukku, Choi Gwi-hwa, Park Ji-hwan, Heo Dong-won, Ha Joon, Jung Jae-gwang, Nam Moon-chul, Park Ji-young, Lee Joo-won, Jung In-gi, Yoon Byung-hee, Eum Moon-suk
Corea del Sud, 2022, 106′

Campione d’incassi in Corea, The Roundup, secondo capitolo del franchise The Outlaws, prosegue il fortunato mix d’azione e umorismo impersonato da Don Lee.
La trama di The Roundup è dopotutto pressoché identica a quella di The Outlaws. C’è sempre un villain-macellaio feroce e disumano. Ma se prima la minaccia era in casa e rappresentata da un sinocoreano emigrato in Corea, stavolta il male è tutto coreano e di stanza in Vietnam. La trasferta all’estero consente di mettere in luce il problema dei delinquenti espatriati nel sud est asiatico, che continuano le loro attività criminali contro turisti e uomini d’affari coreani. Tuttavia, lungi dall’essere un film di denuncia sul crimine coreano all’estero, il tema è solo un pretesto per sfoggiare le nuove performance di Don Lee.
Diventato, proprio grazie a The Outlaws, un’icona di forza bruta e simpatia, Don Lee sembra quasi prendere l’eredità di Bud Spencer e rinnovarla donandole nuova linfa vitale. Per quanto provato dai combattimenti all’arma bianca, Don Lee, proprio come il Carlo Pedersoli nazionale, non sembra mai accusare alcun colpo. Anche perché altrimenti ne verrebbe meno il tono umoristico e esplosivo, con cui Ma Dong-seok risolve ogni lotta.
Ad incassare ferite al posto suo sono invece i colleghi, a cui viene ritagliato il giusto spazio. Mentre a contribuire alla linea comica ci pensa il solito Park Ji-hwan, sempre nei panni del sinocoreano Jang I-soo.
A stonare, più che l’invulnerabilità di Don Lee, che fa parte del gioco, è l’ambiguità riservata a personaggi come Choi Choon-baek e consorte.
Se il primo è una vittima che figura comunque come un grande usuraio, la seconda viene dipinta come una donna interessata più al marito che ai soldi, quando ha il volto di Park Ji-young, da sempre associato a personaggi di dubbia moralità. Ma le pecche si riscontrano anche nella sceneggiatura. Non appare logico, ad esempio, mandare un agente (Dong-gyoon) da solo nella tana del lupo, con la sicurezza che verrà divorato.
A parte tutto, siamo di fronte a un altro tassello che costruisce l’immagine di un Don Lee sempre più sulla cresta dell’onda e apprezzato sia in patria (primo posto al botteghino finora) che all’estero (The Eternals).
Pubblicato il 26/07/2022 da KoreanWorld.it
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