


In Marionette, la professoressa delle superiori Han Seo Rin (Lee Yoo-young) è prossima al matrimonio. Un giorno si addormenta in ufficio dopo aver bevuto un bicchiere di caffé. In seguito, Seo Rin riceve messaggi ricattatori da qualcuno chiamato “Master,” che le invia foto scioccanti di lei insieme a un gruppo di uomini mascherati. Ciò le fa rivivere un incubo che le capitò 14 anni prima, quando fu ripresa con una videocamera da Kim Jin-ho (Lee Je-yeon), il ragazzo con cui all’epoca usciva, mentre un gruppo di ragazzi la stuprava. Al fine di rintracciare il mittente dei messaggi, Seo Rin chiede aiuto all’ex-detective Oh Kook Chul (Kim Hee-won), che chiuse il caso in cui era stata coinvolta da ragazza. Intanto, anche alcuni studenti ricevono messaggi e foto imbarazzanti da Master. Ma stavolta la vittima è Yang Se-jeong (Oh Ha-nee), una studentessa della classe in cui Seo Rin insegna.

Titolo Originale
나를 기억해 (na-leul gi-eok-hae)
Genere
Thriller
Regia e Sceneggiatura
Lee Han-uk
Interpreti:
Lee Yoo-young, Kim Hee-won, Oh Ha-nee, Lee Hak-joo, Kim Da-mi, Kim Young-sun, Lee Je-yeon, Jang Hyuk-jin, Son Kang-gook, Ko Kyu-pil, Kang Ji-sub, Kang Seung-wan, Seo Eun
Corea del Sud, 2017, 102′

Ispirato a un caso realmente accaduto, Marionette di Lee Han-uk esplora il cyberbullismo e la violenza sessuale a scopo ricattatorio, ad opera di minori incantati dal denaro e indifferenti ai danni che provocano.
Dopo una prima parte confusa, in cui presente e passato s’intersecano senza flashback che ne delineino le distanze temporali, apprendiamo man mano che Yoo Min Ah (Kim Da-mi) e Han Seo Rin (Lee Yoo-young) sono la stessa persona. Il cambio d’identità s’era reso necessario per sopravvivere alle pesanti conseguenze dell’esposizione pubblica del suo corpo abusato. Nascondersi (non dalla denuncia, ma dalla vergogna), dopotutto è anche il consiglio che la protagonista dà alla sua studentessa, con cui condivide il medesimo destino.
Nonostante la denuncia della violenza subita, infatti il danno rimane e naviga in rete. Inoltre i colpevoli sono minori verso cui la giustizia può spingersi fino a un certo punto. Il rimedio è suggerito dalla stessa protagonista, che non a caso svolge il ruolo della professoressa. Così come Xun kuang, a differenza di Mencio, dice che l’essere umano è per natura malvagio e solo la morale può correggerlo, così bisogna intervenire su una gioventù sempre più distaccata dalla realtà e persa in mondi virtuali.
Sebbene sia chiaro il tema di Marionette, ad essere fumosa è la sceneggiatura, lacunosa e poco credibile in certi passaggi. Conosciamo ben poco ad esempio di Master, il cui background è raffigurato solo da una foto con un volto sfigurato di cui si può solo ipotizzare a chi appartenga. Inoltre, alcuni personaggi, come la madre e il fidanzato di Seo Rin, compaiono all’inizio per poi sparire del tutto. Per non parlare del suicidio di Jin-ho, che arriva guarda caso in concomitanza con la chiusura del caso di Master.
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Pubblicato il 13/04/2021 da KoreanWorld.it
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