

Don Mapalad (Nonie Buencamino) è un immigrato filippino che lavora per un’agenzia turistica e vive insieme alla sua famiglia in Corea del Sud per guadagnare abbastanza soldi al fine di potersi comprare una casa al suo paese e poterci tornare a vivere. Una notte, dopo aver bevuto con i colleghi, investe con la sua auto una donna che muore all’istante. Sconvolto, Don scappa dal luogo dell’incidente e riferisce l’accaduto alla moglie Sonya (Shamaine Buencamino) che, risoluta, porta l’auto dentro casa e comincia a smantellarla per cancellare le prove del reato.

Titolo Originale
선샤인 패밀리 (Sunshine Family)
Genere
Commedia
Regia
Kim Tae-sik
Sceneggiatura
Kim Tae-sik, Kwon Soon-won
Interpreti
Nonie Buencamino, Shamaine Buencamino,
Sue Ramirez, Park Se-jin, Ra Kyung-duk
Corea del Sud / Filippine, 2019, 85′

Basata sul film giapponese del 1992 The Hit-and-Run Family, la commedia di Kim Tae-sik, regista di Driving With My Wife’s Lover (2006), pone l’accento sulle storture provocate da un mondo del lavoro come quello coreano contemporaneo, talmente invadente e oppressivo da non permettere agli individui di coltivare la propria vita privata e familiare. Ne è un esempio il protagonista di questa storia che, dopo un’intera giornata lavorativa, invece di rincasare, si trattiene con i colleghi per una bevuta serale e viene distratto da una telefonata del capo fuori dall’orario lavorativo, che lo porta a investire una passante.
Il comportamento non socialmente accettato del figlio, a cui piace mettersi il rossetto e vestirsi da Sailor Moon, la presunta gravidanza della figlia e la moglie che si sente inutile e trascurata, lo inducono a riflettere su quanto non conosca realmente i propri cari e su come essere un “buon padre” che provvede al sostentamento economico della famiglia, non significhi essere automaticamente un “vero padre”. La paternità va conquistata con una presenza attenta e costante, non andando a giocare a golf con il capo o a bere con i colleghi in qualche karaoke.
La famiglia prima di tutto, e Sonya è disposta ad ogni cosa pur di mantenerla unita, perfino a cancellare le prove di un crimine, opponendosi strenuamente alla decisione del marito di costituirsi. In soccorso al dilemma del protagonista, indeciso su quale strada prendere, interviene una sceneggiatura, prevedibilmente benevola, che scagiona Don da ogni accusa, anche se incendiare casa prima di sgattaiolare nelle Filippine non è tanto coerente con la svolta purificatrice.
Curioso che non venga mai chiamata in causa in alcun contesto la diversa etnia della famiglia, relegando l’origine filippina a una mera esigenza di sceneggiatura (prendere l’aereo per ritornare al proprio paese), e nemmeno la vicina di casa, sospettosa dell’agire furtivo dei vicini, sembra calcare la mano su possibili pregiudizi razziali. Su di lei, più che altro, grava il peso dell’indifferenza verso il suocero di cui non si cura più di tanto, visto che non si preoccupa se rincasi o meno. L’anziano, che ha combattuto in Vietnam, è il simbolo di una società che abbandona a se stesso chi ha dato tanto al proprio paese.
Anche i bambini potrebbero bullizzare il figlio dei Mapalad sfruttando il pregiudizio razziale, ma preferiscono farlo su quello sessuale, e i genitori delle piccole canaglie, invece di redarguire i propri figli, pensano bene di ammonire Sonya sull’atteggiamento socialmente deprecabile del figlio. Travestita da Wonder Woman, Sonya dirà al figlio che è normale essere diversi e di certo non gli mancherà mai il supporto e l’amore della propria famiglia.
Pubblicato il 13/09/2020 da KoreanWorld.it
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