


The Interviewees si svolge in una città della Corea, nell’anno 2220. In questo futuro, scenograficamente non molto diverso dal presente, i robot sono stati soppiantati dai cloni. Questi ultimi sostituiscono gli esseri umani nelle attività lavorative. E al termine del loro servizio, gli individui da cui derivano, si appropriano dei loro organi per prolungarsi la vita. In questo contesto, il disoccupato di mezz’età Kyeong-ho (Jung Kyung-ho) e il clone Yoo-seok (Kang You-seok) s’incontrano mentre stanno cercando lavoro. Alcuni intervistati rispondono a quesiti inerenti ai discorsi tra i due protagonisti, che intanto passeggiano per la città, parlando del più e del meno.

Titolo Originale
구직자들 (gu-jik-ja-deul)
Genere
Drammatico, Fantascienza
Regia e Sceneggiatura
Hwang Seung-jae
Interpreti
Jung Kyung-ho, Kang You-seok, Oh Ryoong, Kang Na-ru, Lee Sang-chan, Kim Min-ho, Kang So-yeon, Kim Yong-ho, Byeon Geon-woo, Park Bong-heon, Heo Seon-yool, Kwak Jeong-gil, Jo Soon-im
Corea del Sud, 2020, 83′

The Interviewees è un film di fantascienza dal budget irrisorio, che cerca di fare di necessità virtù, mostrando un futuro lontano non poi così tanto diverso dal presente.
Dopotutto, ad evidenziarlo non è solo la scenografia raffigurante il reale e la totale assenza di effetti speciali. A suggerire questo intento è soprattutto la scelta di intervallare ogni intervento dei due protagonisti con interviste ambigue, che parlano del domani come se fosse il presente. A rispondere alle domande implicite agli argomenti trattati dai due protagonisti, sono infatti intervistati del presente. Solo un’esigua minoranza è composta da attori che recitano come se fossero nel futuro, pur proferendo risposte molto simili a quelle del resto degli intervistati. Molto probabilmente è uno stratagemma voluto per far riflettere su tematiche universali e senza tempo.
Il futuro immaginato da Hwang Seung-jae infatti è sì popolato da cloni e bicentenari, ma anche dagli stessi problemi che affliggono la società di oggi, acuiti da una visione distopica. Il calo delle nascite ha determinato una mancanza di ricambio generazionale. E una popolazione sempre più invecchiata non può mantenersi con pensioni che nessuno paga, poiché nessuno lavora. La soluzione adottata dal governo è quella di utilizzare cloni che lavorino al posto dei giovani che non ci sono. Il risultato però è che, con la concorrenza dei cloni (gli immigrati cinesi del futuro), per gli esseri umani, trovare lavoro, anche saltuario, diventa ancor più difficile.
Ne esce fuori una società impoverita, dominata dalla diseguaglianza tra appartenenti a Chaebol, ricchi e bicentenari e un ceto medio che non esiste più, e che si arrabatta con lavori a chiamata. Una società in cui il capitalismo è la base su cui essa è fondata, e con cui è sempre più difficile trovare un compromesso.
The Interviewees pone insomma sul piatto questioni di indubbio interesse, soprattutto grazie alle interviste, che analizzano radiograficamente le preoccupazioni del presente.
Tuttavia l’esperimento gioca con il futuro senza un minimo di verosimiglianza. Se molto cinema di fantascienza difetta nella rappresentazione di un futuro prossimo troppo avanzato per essere credibile, il film di Hwang Seung-jae eccede dal lato opposto, mostrando un futuro lontano in cui, almeno visivamente, nulla cambia.
Pubblicato il 21/01/2022 da KoreanWorld.it
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