


In Unlocked, Na-mi (Chun Woo-hee) smarrisce il suo smartphone mentre torna a casa dal lavoro. Il serial killer Joon-yeong (Im Si-wan) lo trova per caso e lo restituisce a Na-mi, non prima di avergli installato all’interno uno spyware. In tal modo, Joon-yeong riesce a carpire ogni aspetto della vita di Na-mi, allo scopo di guadagnare la sua fiducia, per poi rovinarle la vita e infine ucciderla. Nel frattempo, il detective Ji-man (Kim Hee-won) indaga su un omicidio e trova sulla scena del crimine indizi che inducono a sospettare che l’assassino possa essere suo figlio Joon-yeong.

Titolo Originale
스마트폰을 떨어뜨렸을 뿐인데 (seu-ma-teu-pon-eul tteor-eo-tteu-ryeoss-eul ppun-in-de)
Genere
Thriller
Regia e Sceneggiatura
Kim Tae-joon
Interpreti
Chun Woo-hee, Im Si-wan, Kim Hee-won, Park Ho-san, Kim Ye-won, Oh Hyun-kyung, Jeon Jin-oh, Kim Joo-ryoung, Lee Jae-woo, Kim Sun-hwa
Corea del Sud, 2022, 117′

Basato sull’omonimo romanzo di Akira Teshigawara da cui è stato tratto il nipponico Stolen Identity di Hideo Nakata, Unlocked aggiorna il thriller sulla cybersecurity ai tempi del post-lockdown
A dire il vero, in Unlocked, la pandemia da Covid-19 serve solo da pretesto per far funzionare, almeno all’inizio, la sceneggiatura. Mentre l’uso delle mascherine diventa man mano facoltativo, Joon-yeong sfrutta gli ultimi scampoli di obbligatorietà per nascondere la propria identità alla sua prossima vittima. Ancor prima, nel suggestivo incipit, Kim Tae-joon mostra in pochi minuti quanto la nostra vita circuiti, a maggior ragione negli ultimi tempi, attorno agli smartphone.
Sempre all’inizio, il regista riesce a sfruttare i codici di genere alimentando la giusta suspense. Si pensi ad esempio all’ambiguità tra morte e sonno di Na-mi, come quella meno marcata di Eun-joo (Kim Ye-won) verso la fine. Il resto del film poi rivela sorprese che annullano apparenti difetti di sceneggiatura. Come quando, ad esempio, Ji-man non arresta Joon-yeong dopo averlo visto in volto. In seguito scopriamo perché, pur essendo suo padre, non riesce a riconoscerlo.
Per il resto gli attori seguono il copione che da sempre li contraddistingue. In particolare, Im Si-wan sembra particolarmente a suo agio nel ruolo del serial killer. Come in Emergency Declaration, le motivazioni che spingono il suo personaggio ad uccidere sono futili. Ha semplicemente trovato per caso una vita con cui giocare. Eppure, è proprio la banalità del male a costituire un ammonimento da tenere in considerazione per chi usa inconsapevolmente una tecnologia che non conosce a fondo, ovvero tutti noi.
Pubblicato il 18/02/2023 da KoreanWorld.it
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