


In Gang, Ji-hoon (Cha Ji-hyuk) è espulso dal suo istituto superiore per aver quasi ucciso un altro studente. Nonostante le proteste della sorella Ji-hye (Kim Ra-hee), viene trasferito al Daehoon High, rinomato per essere più un riformatorio che una scuola. Appena entrato nel nuovo istitituto, Ji-hoon cerca subito di attaccare briga con i suoi nuovi compagni. Ma questi rifiutano lo scontro perché vige il cessate il fuoco. Infatti, le lotte all’interno dell’istituto sono governate da regole che tutti rispettano, e sono consentite solo all’interno del fight club.
Al fine di dimostrare a se stesso e agli altri di essere il più forte dell’istituto, Ji-hoon si misura con i membri del fight club. Ma prima di affrontare il campione in carica, il damerino Chang-sik (Baek Jae-min), deve prima sconfiggere il judoka Gi-tae (Kim Dae-han) e lo psicopatico Hotdog (Lee Jung-hyun). Tuttavia, proprio mentre sta per lottare contro Chang-sik, questo viene pestato a sangue da Dae-hoon (Jo Sun-ki), il leggendario campione della scuola, intenzionato a riprendere la sua posizione di leader dopo essersi risvegliato da un coma.

Titolo Originale
갱 (gaeng)
Genere
Azione
Regia e Sceneggiatura
Jo Bareun
Interpreti
Cha Ji-hyuk, Jo Sun-ki, Ok Yoon-joong, Baek Jae-min, Kim Dae-han, Lee Jung-hyun, Kim Ra-hee, Song Eun-suk, Jin Sung, Lee Jae-han, Maeng Jae-ryul, Lee Chae-seong, Choi Joon-min, Si Yoon
Corea del Sud, 2019, 94′

Gang segna il debutto nel mondo del cinema di Jo Bareun, eclettico E autarchico cineasta che predilige progetti di genere e low-budget.
Se con i successivi Slate e The Grotesque Mansion Jo si è immerso rispettivamente nel fantasy e nell’horror, in Gang il genere di riferimento è l’azione. Ogni progetto è comunque legato agli altri da caratteristiche ricorrenti. Come ad esempio elementi comici dissacranti e una struttura a percorso a ostacoli per giungere a una meta prefissata.
Altro elemento ricorrente è il citazionismo. E mentre si assiste al film, non può non venire in mente il cinema giapponese sulla delinquenza scolastica, da Blue Spring di Toshiaki Toyoda ai Crows Zero di Takashii Miike, da cui Bareun prende a piene mani. Come nei film di Miike infatti la scuola è un luogo abbandonato dalla civiltà, in cui gli studenti passano il tempo a oziare e a darsele di santa ragione. Inoltre, i professori non fanno altro che scommettere sugli incontri di lotta di chi dovrebbero invece istruire. Nonostante l’alto tasso di testosterone, non manca poi l’elemento femminile. Anche se quando non inutile (la sorella che cerca lavoro), pare comunque inserito in funzione dell’ambiente descritto (la sexy infermiera).
L’unico elemento che pone ordine in una dimensione dove regna l’anarchia più assoluta è paradossalmente il fight club di fincheriana memoria (a proposito di citazionismo). Questo perché gli studenti rispettano le regole dell’unica istituzione da cui si sentono rappresentati, quella del più forte.
Per quanto riguarda l’azione, nonostante Bareun si prodighi nel cesellamento di ogni aspetto, dalla fotografia al montaggio, gli scontri appaiono poco credibili.
Mentre dal lato comico, funziona la trovata sulle mutandine di hello kitty che marchiano il protagonista soprattutto quando vince, come anche la sorella impicciona che invita il fratello a masturbarsi dopo aver però prima mangiato.
Pubblicato il 12/06/2021 da KoreanWorld.it
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