








Warriors of the Dawn è ambientato nel 1592, quando i giapponesi invasero Joseon con 200.000 truppe. Prima di abbandonare la capitale per chiedere asilo ai Ming, il re Seonjo (Park Ho-san) insedia sul trono il figlio, il principe ereditario Gwanghae (Yeo Jin-goo). A quest’ultimo il re affida il compito di formare un esercito di volontari che resisti all’invasione giapponese. Nella sua impresa, Gwanghae viene scortato e protetto da un manipolo di soldati per procura (pagati per arruolarsi al posto degli aristocratici), guidati da Towoo (Lee Jung-jae). Il gruppo così costituito dovrà non solo guardarsi dagli attacchi dei giapponesi, ma anche dai sicari mandati da traditori dello stesso regno di Joseon.



Titolo Originale
대립군 (dae-lib-goon)
Regia
Chung Yoon-chul
Sceneggiatura
Sin Do-yeong
Interpreti
Lee Jung-jae, Yeo Jin-goo, Kim Mu-yeol, Kim Myung-gon, Park Won-sang, Oh Kwang-rok, Bae Soo-bin, Esom, Cho Dong-in, Han Jae-young, Park Ji-hwan, Park Hae-joon, Choi Byung-mo
Corea del Sud, 2017, 130′



Tratto dalle cronache di Seonjo, Warriors of the Dawn è un film epico e patriottico con protagonisti soldati e regnanti che da sostituti agiscono meglio degli originali.
Dopotutto il titolo originale del film si traduce proprio con il termine “soldati per procura”. I sodali di Towoo infatti non sono altro che mercenari al soldo di chi possa loro garantire un lauto stipendio a fronte di un impegno militare che gli aristocratici non vogliono affrontare. Ma lungi dall’essere dei meri esecutori senza codice etico, questi soldati sono anche cittadini di Joseon. E sebbene Gok-soo (Kim Mu-yeol) ricordi la loro natura opportunista, non possono non esimersi dal difendere con la vita un regno che è un tutt’uno con il popolo (come la bandiera dei due draghi raffigura).
Non solo i soldati agiscono per conto terzi. Lo stesso principe ereditario si trova nella difficile situazione di capro espiatorio e sacrificale mandato dal padre a sostituirlo nella gestione della disfatta. Al gesto vigliacco del re, il figlio, dopo le giustificabili titubanze iniziali dovute all’inesperienza, si dimostra essere saggio e coraggioso. E sarà lui infatti a ricostruire in seguito il paese, cacciando via gli invasori.
La maturazione del viziato principe è già in nuce quando antepone il salvataggio del libro sulle tecniche di guerra (utili per la salvezza del popolo) alla sua stessa vita. Ma è soprattutto grazie a Towoo che egli riesce a empatizzare con i sudditi e a uscire dalla sua “portantina” dorata. Come è grazie a Gwanghae che Towoo riesce ad immolarsi per un gestore del potere degno di fiducia.
Come in tutti i film patriottici, all’esaltazione del sacrificio dei connazionali fa da contraltare la spietatezza immorale dei nemici nipponici, che non si fanno remore a trucidare donne e bambni nei modi più atroci. Perfino un vero barbaro jurchen (Park Ji-hwan) si mostra essere più umano di un soldato giapponese o di un traditore del popolo.
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Pubblicato il 18/08/2021 da KoreanWorld.it
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