


The Singer è ambientato nel 1734, durante il decimo anno del regno di Re Yeongjo. A seguito delle invasioni giapponesi e mancesi, le fondamenta di Joseon iniziano a crollare. Inoltre, conflitti politici danneggiano la nazione, e la classe di governo corrotta sfrutta la povera gente. Solo le canzoni dei cantastorie itineranti, i cosiddetti Gwangdae, riescono a risollevare l’animo di un popolo stremato. Ed è proprio in questo contesto che si sviluppa il Pansori, una forma di racconto attraverso la canzone, che esprime le sofferenze e i desideri delle persone comuni.
Hak-gyoo (Lee Bong-geun) è uno di questi cantastorie, e vive felicemente con la moglie Gan-nan (Lee Yu-ri) e la figlia Cheong (Kim Ha-yeon). Ma alcuni criminali della gang Ja-mae, collusi con ufficiali del governo corrotti, rapiscono Gan-nan e altre persone innocenti per rivenderli come schiavi. Intanto il Re ordina ad un ispettore reale di indagare sulle pratiche illegali dei suoi ministri e funzionari. Dopo un anno di ricerche infruttuose, Hak-gyoo e Cheong vagano in lungo e in largo nella speranza di ritrovare Gan-nan. Nel mentre, si guadagnano da vivere cantando, con l’aiuto di compagni di viaggio che incontrano lungo il cammino.

Titolo Originale
소리꾼 (so-ri-kkun)
Genere
Costume, Melodramma, Musicale
Regia e Sceneggiatura
Cho Jung-rae
Interpreti
Lee Bong-geun, Lee Yu-ri, Kim Ha-yeon, Park Chul-min, Kim Dong-wan, Kim Min-joon, Jung Moo-sung, Im Sung-chul, Kim Byung-choon, Jung In-gi, Han In-soo, Kim Kang-hyun
Corea del Sud, 2019, 130′

Il regista di Spirits Homecoming torna, dopo il suo film d’esordio Du-re Sori Story, ad omaggiare il Pansori, fantasticando sulle sue origini e aggiornandolo con contaminazioni contemporanee.
Come Du-re Sori Story infatti, The Singer si fa apprezzare innanzitutto per l’introduzione di stili musicali più occidentali che si amalgano al Pansori, rendendo il film quasi un musical, in certi punti. Sempre in merito al Pansori, già Jo Geun-hyeon nel suo quasi coevo Heung-boo: The Revolutionist aveva romanzato sulla genesi di due racconti popolari tramandati proprio dall’arte del Pansori, ovvero Heungbu e Nolbu e la Storia di Shim-cheong.
Quest’ultima gioca un ruolo fondamentale anche in The Singer, dialogando con la trama in modo originale. Shim-cheong infatti non diventa solo un racconto che trae ispirazione dalle vicende personali del suo sedicente autore, ma si interpone nel montaggio confondendo volutamente i piani della realtà e della finzione. Tanto che nel finale, chiaramente ispirato all’altrettanto popolare Storia di Chun-hyang, The Singer stesso diventa un Pansori, con la piccola Cheong che riacquista magicamente la vista come Hak-yung, in un interessante gioco di specchi con la Storia di Shim-cheong.
Ciò che manca a The Singer è una regia dal taglio personale che eviti di restituire solo un semplice melodramma nazionalpopolare. D’altronde Cho Jung-rae non è Im Kwon-taek, e ha già dimostrato di coltivare interessi più alti dei limiti tecnici con cui li rappresenta. Ma in fondo è la natura stessa del Pansori a convogliare temi e convenzioni care al pubblico a cui si rivolge, e The Singer non fa altro che metterle in scena.
Pubblicato il 01/05/2021 da KoreanWorld.it
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