


Hansan: Rising Dragon è ambientato nel 1592, cinque anni prima gli eventi raccontati in Roaring Currents.
Dopo aver sconfitto l’esercito di Joseon nella battaglia di Yongin, il comandante giapponese Wakisaka (Byun Yo-han) costringe Re Seonjo a ripiegare presso Uiju. L’unico che può tenere testa a Wakisaka è l’Ammiraglio Yi Sun-sin (Park Hae-il). Solo lui infatti può riconquistare la capitale Hanyang e dissuadere il Giappone dalle sue mire espansionistiche verso la Cina di Ming.
Nonostante l’Ammiraglio sia ritornato vittorioso dalla sua seconda battaglia navale, è stato ferito a una spalla dal prigioniero Junsa (Kim Sung-kyu). Costui però, stupito dall’altruismo di Yi, disposto a difendere i suoi soldati col proprio corpo, a costo di rimanere ferito, decide di servire l’Ammiraglio infiltrandosi come spia nell’esercito di Wakisaka. Tuttavia anche quest’ultimo invia spie presso il quartier generale di Yi, in modo da scoprire i punti deboli delle temibili navi tartaruga.
La strategia di Yi è comunque quella di attaccare la flotta di Wakasaki nel mare di Hansan, dispiegando le proprie navi come le ali di una gru. E mentre Yi si accinge ad affrontare la sua terza battaglia navale, Junsa cerca di bloccare la fanteria giapponese, decisa a sferrare un attacco al porto, rimasto scoperto.

Titolo Originale
한산: 용의 출현 (han-san: yong-eui chul-hyeon)
Regia e Sceneggiatura
Kim Han-min
Interpreti
Park Hae-il, Byun Yo-han, Ahn Sung-ki, Son Hyun-joo, Kim Sung-kyu, Kim Sung-kyun, Kim Hyang-gi, Ok Taecyeon, Gong Myung, Park Ji-hwan, Jo Jae-yun, Yoon Je-moon, Lee Roo-gyeom, Park Hoon
Corea del Sud, 2022, 130′

Secondo capitolo della trilogia DI KIM HAN-MIN sull’Ammiraglio Yi Sun-sin, Hansan: Rising Dragon non delude le aspettative sul piano dell’epicità e dello spettacolo.
Sebbene bisogna aspettare più di un’ora prima di vedere combattimenti navali degni di nota, gli scontri finali sono visivamente esaltanti. Tra strategie disattese e conseguenti colpi di scena, Kim Han-min mette in scena battaglie in mare spettacolari, facendo un ottimo uso della CGI. E poco importa se l’epicità che ne deriva serva a celebrare il solito patriottismo melodrammatico, di cui sono intrise le lacrime di Na Dae-yong (Park Ji-hwan). Con lo stesso Yi poi, che cerca di convincerci che si tratti di una guerra di giustizia e non di nazioni.
Peccato solo che per arrivare al momento clou, Hansan: Rising Dragon si dilunghi in riassunti (certamente d’obbligo) di antefatti e in dinamiche schematiche tra così tanti personaggi, che possono essere a malapena presentati. Male non avrebbe fatto, da questo punto di vista, approfondire il background e le motivazioni delle spie coreane (quella di Junsa, tirata per i capelli). Mentre sia le schermaglie tra i comandanti giapponesi, che gli atti di fedeltà e insubordinazione di quelli coreani, servono solo a polarizzare i due schieramenti. Ma in realtà non ci raccontano nulla di loro.
Tuttavia quel che davvero manca al prequel di Roaring Currents è il carisma dell’attore che più di ogni altro fattore ha influito sul successo del primo capitolo della saga.
Sarebbe ingeneroso nei confronti di Park Hae-il paragonarlo a Choi Min-sik, anche perché riesce a interpretarlo in sottrazione, quasi senza recitare, donando solennità al personaggio. Ciò nonostante la sua esaltazione è puramente agiografica. E nemmeno un colpo di fucile alla spalla o un incubo notturno gli restituiscono quella fragilità che lo renderebbe più umano e meno divino.
Ad ogni modo, Hansan: Rising Dragon riflette tutto il budget che è costato, meritando il successo al botteghino, che non eguaglia comunque quello del suo precursore, grazie al quale è stato girato, e sarà girato Noryang: Sea of Death.
Pubblicato il 05/09/2022 da KoreanWorld.it
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