

In The Anchor, Se-ra (Chun Woo-hee) conduce il telegiornale dell’emittente YBC. Cinque minuti prima di andare in onda, riceve la telefonata di una tale Mi-so (Park Se-hyun) che la informa dell’omicidio della figlia per mano di uno stalker. Sebbene Se-ra pensi che si tratti di uno scherzo telefonico, si reca a casa della donna, per poi scoprire che sono morte sia figlia che madre. Nonostante la polizia concluda che si tratti di un omicidio-suicidio ad opera di Mi-so, Se-ra nutre forti sospetti su In-ho (Shin Ha-kyun), lo psichiatra che aveva in cura la donna. Intanto Se-ra subisce le pressioni di una madre esigente (Lee Hye-young-I), che la vorrebbe sacrificare la maternità per la carriera. Mentre Gi-tae (Cha Rae-hyung), il marito di Se-ra, desidererebbe costruire una famiglia con la moglie.

Titolo Originale
앵커 (aeng-keo)
Genere
Thriller
Regia e Sceneggiatura
Jung Ji-yeon
Interpreti:
Chun Woo-hee, Shin Ha-kyun, Lee Hye-young, Cha Rae-hyung, Park Ji-hyun, Nam Moon-chul, Im Sung-jae, Kim Young-pil, Lee Hae-woon, Jung Soon-won, Park Se-hyun, Seo Yi-soo, Kim Young-ah
Corea del Sud, 2022, 111′

The Anchor è un pregevole thriller psicologico che pone riflessioni sul carrierismo femminile nell’ambito di una società patriarcale
L’incipit di The Anchor è subito chiaro. Una povera ragazza madre si ritrova a soccombere sotto il peso delle proprie responsabilità genitoriali insostenibili. Eppure quest’episodio di per sé non è neanche un antefatto, sebbene sia collegato al risveglio da un (altro) incubo di Se-ra. Piuttosto, innesca le turbe dissociative della protagonista, che sa di essere perseguitata da un volto non visto, che però non è quello di Mi-so. Nella tragedia di quest’ultima, Se-ra si riconosce inconsapevolmente, rivivendo il rimosso. A causa del senso di colpa, diventa la figlia che la madre desiderava diventasse. Dimentica di essere incinta per inseguire la carriera che la stessa So-jeong aveva perseguito, e da cui quest’ultima era stata estromessa per aver tentato di strangolare la figlia.
Ovviamente non è la maternità in sé la causa del danno, né in Mi-so, né in So-jeong e né tantomeno in Se-ra. A gravare sul loro fragile equilibrio mentale sono più che altro le condizioni in cui versano. Se Mi-so non riesce a mantenere la figlia, denunciando una rete di sostegno sociale inesistente, le viceversa facoltose So-jeong e Se-ra devono farsi strada in un mestiere già competitivo solo per il fatto che sia governato da uomini che, a differenza loro, possono concentrarsi unicamente sul lavoro.
Il film non è esente da difetti.
Per quanto la regista sia abile a introdurre elementi apparentemente insignificanti, ma rivelatori tramite successivi flashback (la ferita sulla tempia, la mela marcia), non riesce a nascondere sviluppi prevedibili. Come ad esempio, quando la madre parla al telefono con In-ho, facendo intuire chiaramente chi sia in realtà.
Da sottolineare le interpretazioni convincenti di Chun Woo-hee che dimostra di essere una tra le attrici più quotate della sua generazione, e di Lee Hye-young, che grazie anche a Hong Sang-soo sta vivendo una terza giovinezza.

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Pubblicato il 04/09/2022 da KoreanWorld.it
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