

In Innocence, l’avvocato di successo Ahn Jeong-in (Shin Hye-sun), dopo aver visto al telegiornale che sua madre Chae Hwa-ja (Bae Jong-ok) viene arrestata dalla polizia, accorre al suo processo. L’accusa nei confronti di Hwa-ja è che, nonostante sia affetta da demenza senile, abbia ucciso, con un pesticida versato nel makgeolli, alcuni commensali convenuti al funerale di suo marito Ahn Tae-soo (Choi Hong-il). Dopo aver verificato che le prove a carico dell’accusa sono esclusivamente circostanziali, Jeong-in assume la procura della difesa della madre. Mentre indaga sul caso, Jeong-in scoperchia un vaso di pandora di corruzione che coinvolge le vittime dell’avvelenamento, tra cui il sindaco Choo (Heo Joon-ho). Quest’ultimo, preoccupato che la sua corsa alla carica di governatore venga compromessa, si adopera affinché il caso venga subito chiuso con la condanna di Hwa-ja e del suo figlio autistico Jeong-soo (Hong Kyung).

Titolo Originale
결백 (gyeol-baek)
Genere
Courtroom Drama
Regia e Sceneggiatura
Park Sang-hyun
Interpreti
Shin Hye-sun, Bae Jong-ok, Heo Joon-ho, Hong Kyung, Tae Hang-ho, Ko Chang-seok, Park Chul-min, Kim Soo-hyun, Cha Soon-bae, Jung In-kyum, Han Yi-jin, Han Joo-won, Yoon-min
Corea del Sud, 2018, 110′

“La verità può essere una bugia con una piccola crepa”. Così dice lo spietato procuratore Shin (Jung In-kyum) mentre sta cercando prove credibili che incastrino Chae Hwa-ja. Ed è sempre lui che chiede alla fine a Jeong-in se crede davvero che sua madre sia innocente. In breve, finisce col riassumere in poche battute il tema del film.
L’innocenza del titolo infatti, è tutt’altro che provata, e anzi, si condanna per un crimine attraverso un altro crimine, in un gioco di responsabilità, più gravi dell’atto in sé.
In poche parole, in Innocence la giustizia non coincide con la verità assoluta, ma con una verità plausibile che ristabilisce l’ordine avvelenato dal potere.
Sebbene ad essere avvelenati, in un un invitante piano sequenza iniziale, siano proprio i colpevoli che hanno determinato indirettamente il crimine, le vere vittime hanno assunto il veleno di un inganno che ha compromesso le loro vite. Come Jeong-in, che è stata indotta a credere di essere la responsabile dell’autismo del fratello. O come Hwa-ja, che ha finito con lo sposare l’assassino del marito.
Di conseguenza, rompere il telefono con le prove dell’avvelenamento di Tae-soo e la decisione di cremarlo dopo la morte, non sono solo indizi di una colpevolezza prevedibile, ma anche reazioni giustificate da una condanna già scontata ingiustamente durante tutta la vita.
Nonostante il regista Park Sang-hyun sviluppi l’intrigo basandosi sulla quasi assenza del colpo di scena, si nota una certa potenzialità non espressa da questo punto di vista. Come ad esempio nel personaggio interpretato da Park Chul-min, che da possibile villain diventa un anonimo complice. Inoltre, in Innocence nessun personaggio compie evoluzioni che lo portano ad essere diverso da come è inizialmente descritto. Con forse la sola differenza di Jeong-in. Da avvocato impassibile, essa finisce col crollare, al limite del patetismo, davanti a una madre improvvisamente più forte di lei.
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Pubblicato il 05/06/2021 da KoreanWorld.it
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