


In Ransomed è il 1986, e Oh Jae-seok (Im Hyeong-gook), segretario dell’ambasciata sudcoreana a Beirut, viene sequestrato da un gruppo di terroristi. Circa due anni dopo, Lee Min-joon (Ha Jung-woo), un funzionario del Ministero degli Esteri, riceve al telefono una richiesta d’aiuto da parte del segretario Oh. Al fine di ottenere una posizione diplomatica negli Stati Uniti, Min-joon si offre volontario per andare in Libano, pagare il riscatto chiesto dai rapitori e riportare Oh in Corea.
Tuttavia, atterrato all’aeroporto di Beirut, Min-joon viene subito inseguito da poliziotti corrotti, bramosi dei soldi del riscatto, anticipato da un mercante d’arte svizzero. Per fortuna riesce a salire sul taxi di Kim Pan-soo (Ju Ji-hoon), un coreano trapiantato in Medio Oriente, che lo porta dai sequestratori del segretario. Ma deve comunque sfuggire a poliziotti e banditi a caccia del denaro. Inoltre, a mettergli i bastoni tra le ruote, ci pensano lo stesso Pan-soo, che s’impossessa del malloppo, e i servizi segreti sudcoreani, restii a finanziare l’estrazione di Oh.

Titolo Originale
비공식작전 (bi-gong-sik-jak-jeon)
Genere
Azione
Regia
Kim Seong-hun
Sceneggiatura
Kim Jung-yeon, Yeo Mi-jung
Interpreti
Ha Jung-woo, Ju Ji-hoon, Im Hyeong-gook, Kim Eung-soo, Kim Jong-soo, Park Hyuk-kwon, Yoo Seung-mok, Burn Gorman, Marcin Dorocinski, Fehd Benchemsi, Nisrine Adam, Karim Saidi
Corea del Sud, 2022, 132′

Ispirato a una storia vera, Ransomed è un action avvincente e divertente, a cui si perdonano gli immancabili eccessi melodrammatici.
Il regista di A Hard Day, Tunnel e Kingdom si cimenta stavolta in un blockbuster che sfrutta i successi di A Taxi Driver e Escape from Mogadishu. Del primo riprende il mezzo del taxi, mentre del secondo l’ambientazione esotica e il soggetto diplomatico. Da entrambi invece eredita il sottogenere del buddy movie, visto che protagonista è prima di tutto l’evoluzione del rapporto tra i due personaggi interpretati da Ha Jung-woo e Ju Ji-hoon.
Dramma e humour sono gli ingredienti che contraddistinguono tale rapporto, improntato a una fiducia malriposta che finisce col diventare addirittura sacrificio disinteressato. Una parabola che ricorda i salvataggi hollywoodiani alla Salvate il Soldato Ryan, per cui il singolo non è meno importante del tutto. E così i funzionari del Ministero degli Esteri mettono a disposizione i loro stipendi per estrarre il segretario, e i due protagonisti si scambiano gesti d’onore. Per non parlare del magnate svizzero, a cui basta un sintetico telegramma e qualche pagherò per preferire la stima verso i diplomatici coreani al denaro.
Al di là di questi vezzi, anche sentimentali, sull’eroismo, che si risolvono nel più prevedibile dei lieti fine, Ransomed è indiscutibilmente un film ad alto grado di intrattenimento.
Non appena il protagonista atterra a Beirut è in costante fuga da chiunque lo bracchi. E all’adrenalina si aggiunge l’umorismo. Esplosioni, inseguimenti nei vicoli, cani rabbiosi e evasioni (fortunate o ingegnose) da palazzi fatiscenti si alternano senza soluzione di continuità. Come ininterrotti sono i toni da commedia che accompagnano ogni azione di un film le cui più di 2 ore di durata non pesano affatto.
A rendere il tutto ancora più spassoso è il livello di inadeguatezza che il protagonista ha rispetto al ruolo. Lungi dall’essere un agente speciale esperto e addestrato, si barcamena come può nel districarsi da situazioni insuperabili, se non con la fortuna e l’improvvisazione.
Pubblicato il 08/11/2023 da KoreanWorld.it
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