








In Juvenile Justice, la giudice Shim Eun-seok (Kim Hye-soo) entra far parte della divisione collegiale dei crimini minorili del tribunale distrettuale di Yeonhwa. Mossa da un odio verso i giovani criminali, Eun-seok si mostra da subito inflessibile nel suo lavoro, condannando gli imputati alle massime pene. I suoi metodi si scontrano con quelli del collega Cha Tae-joo (Kim Mu-yeol), più propenso al recupero dei colpevoli. Inoltre il giudice capo Kang Won-joong (Lee Sung-min) ostacola le sue indagini, che potrebbero compromettergli la carriera politica.



Titolo Originale
소년심판 (so-nyeon-sim-pan)
Genere
Courtroom Drama, Serie TV
Regia
Hong Jong-chan
Sceneggiatura
Kim Min-seok
Interpreti
Kim Hye-soo, Kim Mu-yeol, Lee Sung-min, Lee Jung-eun, Choi Jung-woo, Park Ji-yeon-II, Lee Sang-hee, Shin Jae-hwi, Geum Gwang-san, Hwang Hyun-jung, Jo Mi-nyeo, Shim Dal-gi, Song Duk-ho
Corea del Sud, 2022, 10 episodi



Juvenile Justice getta uno sguardo sulla delinquenza minorile con occhio severo e irreprensibile, non rinunciando però al melodramma.
Ogni coppia di episodi di Juvenile Justice rappresenta un caso seguito dai giudici, che si conclude con il prologo del caso successivo. Tali casi hanno tutti a che vedere con la delinquenza minorile. Ci sono bambini che compiono omicidi efferati su bambini più piccoli, e altri, vittime di violenza domestica. Vi sono quindi giovani carnefici e giovani vittime, e a volte le vittime sono i primi responsabili del loro danno. Sì, perché, a differenza dei soliti courtroom drama, in Juvenile Justice, la società è sì sotto accusa, ma non tanto quanto gli individui che la compongono. Pur vivendo in un contesto che favorisce il proliferare delle devianze, i giovani devono “riuscire a superare i loro limiti”. Altrimenti nessun percorso di recupero potrà mai riabilitarli.
La serie ha anche il merito di indagare su alcune storture della società coreana.
Come ad esempio il mancato sostegno dello Stato alle case famiglia, o l’eccessiva competizione nel sistema scolastico. Quest’ultima poi, genera pressioni insostenibili sugli studenti e diseguaglianze tra chi può permettersi economicamente di essere ammesso all’università e chi, pur studiando onestamente, non ha i soldi per pagarsi corsi privati ed extracurriculari.
Dove Juvenile Justice delude è nella caratterizzazione dei personaggi principali. Talmente sono bidimensionali, che Kim Hye-soo mantiene per tutta la durata della serie un’unica espressione austera e non sbatte mai le palpebre. La sua intransigenza è controbilanciata dall’atteggiamento costruttivo di Cha Tae-joo, che il più delle volte si mostra comunque remissivo. Il personaggio più interessante finisce con l’essere Kang Won-joong, combattuto tra una carriera politica a fin di bene e la necessità di fare giustizia a suo detrimento. Le vicende personali poi, che dovrebbero fornire più spessore ai personaggi, finiscono per aggiungere solo patemi che sviliscono l’autorevolezza degli stessi. Chiudono il cerchio altri personaggi secondari, come Joo Yeong-sil e Seo Beom, utili solo a definire gli argomenti trattati.
Pubblicato il 05/03/2022 da KoreanWorld.it
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