


In Lost, Kang-jae (Ryu Jun-yeol) è un ventisettenne che si guadagna da vivere come gigolò. Inoltre, insieme al suo amico Soon-joo (Yoo Su-bin) e all’intraprendente Min-jeong (Son Na-eun), offre servizi da svolgere al posto dei propri clienti. In seguito al suicidio del loro amico Jeong-woo, Kang-jae e Soon-joo si recano al suo funerale. Intanto l’attrice Ah-ran (Park Ji-young) denuncia la sua ex ghostwriter Boo-jeong (Jeon Do-yeon), che l’ha diffamata sui social. Preoccupata per le possibili ritorsioni della donna, Ah-ran ordina al suo fedele Jong-hoon (Ryu Ji-hoon) di comprometterla. Essendo amico di Kang-jae, Jong-hoon invita quest’ultimo a sedurre Boo-jeong.
Tuttavia tra Kang-jae e Boo-jeong nasce un sentimento d’amore che li allevia entrambi dai rispettivi traumi e problemi. In particolare, Kang-jae sente la mancanza del defunto padre, e Boo-jeong ha avuto un aborto e una carriera distrutta che le hanno fatto meditare il suicidio. Inoltre, Boo-jeong deve occuparsi di Chang-sook (Park In-hwan), il padre che soffre di demenza senile. E deve vedersela ogni giorno con sua suocera Min-ja (Shin Shin-ae), con cui non è in buoni rapporti. Nel frattempo Kyeong-eun (Kim Hyo-jin) cerca di riconquistare la sua vecchia fiamma Jeong-soo (Park Byung-eun), il marito di Boo-jeong. Mentre Soon Gyoo (Jo Eun-ji), la sorella di Soon-joo, attende che Woo-nam (Yang Dong-geun) chiuda definitivamente con l’ex moglie per poter stare insieme a lui.

Titolo Originale
인간실격 (in-gan-sil-hyeok)
Regia
Heo Jin-ho, Park Hong-soo
Sceneggiatura
Kim Ji-hye
Interpreti
Ryu Jun-yeol, Jeon Do-yeon, Park Byung-eun, Kim Hyo-jin, Park In-hwan, Shin Shin-ae, Park Ji-young, Yoo Su-bin, Son Na-eun, Jo Eun-ji, Yang Dong-geun, Ryu Ji-hoon, Oh Kwang-rok
Corea del Sud, 2021, 16 episodi

Il regista di classici romantici come Christmas in August e One Fine Spring Day ambisce a serializzare l’intimità del suo cinema, finendo però con lo smarrirsi nei codici del drama.
Come da titolo internazionale (Lost), entrambi i protagonisti sono perduti e hanno perso il diritto di essere umani (come da titolo originale). Uno, Kang-jae, vende il proprio corpo e il proprio tempo senza coltivare rapporti che non siano utilitaristici. Mentre l’altra, Boo-jeong, privata della dignità di essere madre e scrittrice, si riduce a lavorare come donna delle pulizie, e a vivere di umiliazioni e risentimenti.
I due protagonisti riescono a comunicare senza filtri ancor prima di innamorarsi. Non è un caso che i loro incontri siano sovrastati più da parole che da effusioni. E lo possono fare proprio perché sono sconosciuti. D’altronde, con chi altri possono esprimere i loro sentimenti? Se Kang-jae non riesce neanche a confidarsi con la madre, Boo-jeong non riesce a farlo col padre, figuriamoci con un marito innamorato di un’altra e sposato non si sa per quale motivo.
In tal modo però, l’eccesso di voice over e di dialoghi tanto intimi quanto inconcludenti non fanno altro che togliere pathos alla narrazione e a una storia d’amore poco convincente.
E nemmeno le storie secondarie riescono a colmare questo vuoto. Jeong-soo e Kyeong-eun, ad esempio, si amano, ma non è dato sapere quale sarà il loro destino. Mentre Soon Gyoo e Woo-nam chiudono un arco narrativo, ma il modo per arrivarci è quantomeno bizzarro. E per quanto riguarda il rapporto tra Soon-joo e Min-jeong, regna l’ambiguità e l’indecisione.
Sorvoliamo poi su alcune scelte (l’onnipresenza di telefonate a cui rigorosamente non si risponde, l’improvvisa e insensata frattura alla gamba di Soon-joo) o scelte mancate (Boo-jeong che vede Min-jeong entrare nell’appartamento di Kang-jae senza che ne nasca il minimo fraintendimento), che denotano una certa debolezza nella sceneggiatura. Ma il fatto è che Lost non riesce semplicemente ad appassionare ad una storia (e anche al resto) in cui gli stessi protagonisti danno l’impressione di non esserne partecipi o di non avere motivo di esserne.
Pubblicato il 09/07/2022 da KoreanWorld.it
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