








È il 1941, l’occupazione giapponese in Corea del Sud si fa sempre più opprimente. Per abbattere lo spirito nazionale coreano, l’impero del Sol Levante ordina che in tutte le scuole si insegni e si parli unicamente il Giapponese. Ryoo Jeong-hwan (Yoon Kye-sang), leader dell’Associazione Culturale per la Lingua Coreana, cerca con i suoi sodali di raccogliere vocaboli in tutti i dialetti della penisola per creare un dizionario che preservi la lingua coreana dall’estinzione. Per aiutarlo nella sua impresa, viene assunto anche il traffichino analfabeta Kim Pan-soo (Yoo Hae-jin), che gradualmente imparerà a leggere e scrivere e a comprendere l’importanza della missione segreta in cui è coinvolto.



Titolo Originale
말모이 (mal-mo-i)
Genere
Drammatico, Storico
Regia e Sceneggiatura
Eom Yoo-na
Interpreti
Yoo Hae-jin, Yoon Kye-sang,
Kim Hong-pa, Woo Hyun,
Kim Tae-hoon, Kim Sun-young,
Min Jin-woong, Song Young-chang,
Heo Sung-tae, Lee Sung-wook,
Cho Hyun-chul, Jo Hyun-do,
Park Ye-na, Song Boo-gun,
Yoo Jae-myung, Choi Gwi-hwa,
Lee Jung-eun, Yoon Kyung-ho
Corea del Sud, 2018, 135′



Dopo la morte di Ju Si-gyeong, uno dei fondatori della moderna linguistica coreana, un gruppo di studiosi e insegnanti riuniti nell’Associazione Culturale per la Lingua Coreana proseguì la sua opera di preservazione della lingua nativa, il cui uso era osteggiato dal governo colonialista invasore, che non solo ne bandì l’istruzione nelle scuole, nel tentativo di forgiare nuovi sudditi dell’Impero, senza memoria della propria identità nazionale, ma arrivò persino a cambiare i nomi di studenti, e non solo, in corrispettivi giapponesi, attuando la politica del changssi-gaemyeong, di cui già un grande maestro del cinema coreano, Im Kwon-taek, ne aveva ampiamente descritto gli effetti nefasti nel suo Genealogy.
Il cinema è il luogo in cui da una parte si svolge l’indottrinamento giapponese degli studenti coreani, costretti a vedere film come “Straits of Chosun“, pesantemente influenzati dalle direttrici del governo coloniale, in cui si mostrano studenti coreani pronti a immolarsi come soldati dell’Impero, dall’altra è il rifugio carbonaro della resistenza intellettuale che quegli stessi studenti vuole salvare dallo sradicamento dello spirito nazionale, fattore determinante per il raggiungimento dell’indipendenza.
In una lingua in cui il pronome personale “noi” viene usato al posto del “mio”, le parole sono espressione di uno spirito comunitario e, come viene citato nel film: “dove le persone si riuniscono ci sono le parole, dove le parole si riuniscono si forma la volontà, e con la volontà condivisa si trova una via per l’indipendenza”. Un solo uomo che fa 10 passi non può raggiungere questo obiettivo quanto 10 persone che compiono un passo ognuno, e Kim Pan-soo (un sempre istrionico Yoo Hae-jin) risolve il mal-mo-e (letteralmente “raccogliere parole”) riunendo persone comuni provenienti da ogni provincia che possano comunicare i loro rispettivi termini dialettali. Così come lo risolve Ryoo Jeong-hwan (Yoon Kye-sang), che chiede l’aiuto di tutto il popolo coreano attraverso una richiesta sulla rivista dell’Associazione. Tali termini saranno poi valutati da insegnanti e letterati di tutta la penisola che ne sintetizzeranno lo standard per tutta la nazione.
La regista Eom Yoo-na, qui al suo esordio, confeziona un prodotto commerciale attento alla verità storica e romanzato in modo da suscitare il coinvolgimento nello spettatore. Come Yoo Hae-jin si commuove davanti alla lettura di un romanzo, lo spettatore segue con partecipazione la maturazione linguistica e sociale del suo personaggio e la pervicace resistenza contro i soprusi e le barbarie a cui i membri dell’Associazione sono sottoposti.
L’Associazione per la Lingua Coreana completò il mal-mo-e in 13 anni. Nel 1942, 33 membri dell’Associazione furono arrestati, 2 morirono di torture. Dopo la liberazione, le bozze del mal-mo-e furono ritrovate in un magazzino della Stazione Centrale di Seul e fu in seguito pubblicato il Grande Dizionario Coreano. Il Coreano è tra le 20 di 3000 lingue al mondo con dizionari nativi. La Corea è forse il solo paese che ha completamente restaurato la propria lingua dopo la seconda guerra mondiale.
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Pubblicato il 04/10/2020 da KoreanWorld.it
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