


Joo Tae-Joo (Lee Sung-min) è un agente dei NIS intollerante agli animali. In vista di una possibile promozione si offre volontario per scortare un panda, inviato dalla Cina come simbolo dei buoni rapporti diplomatici con la Corea del Sud. Portato in uno zoo, il panda viene catturato da un gruppo di terroristi e Tae-Joo batte la testa per terra nel tentativo di impedire la cattura dell’animale. Al suo risveglio si accorge che riesce a comunicare con gli animali e, con l’aiuto del pastore tedesco Ali, cercherà di salvare il VIP (Very Important Panda) appena sequestrato.

Titolo Originale
미스터 주: 사라진 VIP (mi-seu-teo ju: sa-ra-jin VIP)
Genere
Commedia
Regia e Sceneggiatura
Kim Tae-yoon
Interpreti
Lee Sung-min, Kim Seo-hyung,
Bae Jung-nam, Shin Ha-kyun,
Kal So-won, David McInnis,
Yoo In-na, Kim Soo-mi,
Lee Sun-kyun, Lee Jung-eun,
Park Chul-min, Lee Soon-jae,
Kim Bo-sung, Park Hyuk-kwon,
Kim Young-jae, Lee Byeong-joon
Corea del Sud, 2018, 113′

Dopo i film drammatici New Trial e Another Family, il regista di A Cruel Attendance, Kim Tae-yoon, ritorna alla commedia avvalendosi di un volto molto espressivo come quello di Lee Sung-min, che da sempre si destreggia tra ruoli drammatici (The Beast) e comici (What a Man Wants), e di un espediente narrativo che le moderne tecnologie consentono di mettere in scena dotando anche la Corea del Sud del suo dottor Dolittle. Differentemente dai prodotti hollywoodiani si nota una certa padronanza degli effetti in CGI (il labiale sincronizzato) anche se non ancora matura al punto giusto (i movimenti poco naturali del panda).
A sopperire alla poca esperienza nel campo, ci pensano le riuscite trovate comiche in cui sono protagonisti gli animali. Vi sono nell’ordine: un criceto e un riccio che sgomitano per essere comprati; un gorilla femmina che si rifà gli occhi sfogliando una rivista del National Geographic sui gorilla maschi; una tigre che canta con una voce da far invidia alle giovani stelle del k-pop; un cane con la voce di Shin Ha-kyun (The Villainess) che si vanta delle sue gesta eroiche persino durante l’11 settembre, quando era ancora nel ventre della madre; pesci che supplicano gli esseri umani di non gettare le loro caccole nell’acquario; un pappagallo con la voce inconfondibile della veterana Kim Soo-mi (Granny’s Got Talent) che non sopporta che le si faccia ripetere in continuazione la parola “ciao”; un cinghiale che si lamenta per essere stato preso per un maiale nero e per questo venduto a un ristorante; un topo che cerca di agguantare una salsiccia; una capra che mangia soldi in cambio di soffiate con la voce del Lee Sun-kyun di Hard Day; un panda che scappa in un prato in un chiaro omaggio al The Host di Bong Joon-ho, e che si sente una diva e come tale non le va di correre, altrimenti perde peso e ne risente la sua immagine; fino alle zanzare comuniste del Nord che succhiano il prelibato sangue capitalista dell’agente del Sud.
Tutto il film, insomma, gioca sul concetto del “cosa direbbero gli animali se potessero parlare”. Direbbero che gli umani sono più spaventosi dell’influenza aviaria, che si comunica con i figli stando presenti e che le vite degli uomini e degli animali hanno lo stesso valore, per cui un panda non è un giocattolo da clonare per soddisfare i vizi, i vezzi e l’avidità degli umani.
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Pubblicato il 04/06/2020 da KoreanWorld.it
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