

Yun Sang-min è un famoso compositore di sinfonie sudcoreano stabilitosi nella Repubblica Federale Tedesca. In seguito alle sue prese di posizione contro il governo sudcoreano che stipula contratti collettivi svantaggiosi per i minatori sudcoreani nella Germania dell’Ovest, viene rapito dai servizi segreti sudcoreani e imprigionato insieme alla moglie in Corea del Sud, subendo torture e soprusi che lo porteranno a tentare il suicidio. L’eco dell’accaduto risuona un tutto il mondo, a tal punto che il governo sudcoreano si vede costretto a liberarlo. Yun Sang-min torna in Germania dell’Ovest e compone una sinfonia contro il massacro di Gwanju. Il presidente Chun Do-hwan, indispettito dall’opera del compositore, vuole che Yun sang-min suoni in Corea del Sud e, per vincere la sua ritrosia, ordina ai servizi segreti di ritrovare il figlio che aveva perduto anni prima.

Titolo Originale
민족과 운명 5-8. 윤상민 (Minjok kwa unmyong 5-8. Yun Sang-min)
Genere
Drammatico, Storico
Sceneggiatura
Yi Chun-gu, Ik-gyu Choe,
Sin Sang-ho
Interpreti
Choe Chang-su, Kim Jung-hwa,
So Kyong-sop, So Sin-Hyang,
Pak Yong-mi
Corea del Nord, 1995, 320′

Pur ispirandosi alla vita di Yun Isang, un vero compositore sudcoreano rapito dai servizi segreti sudcoreani, imprigionato e poi liberato in seguito a una petizione firmata da musicisti di tutto il globo, gli ultimi episodi di questa miniserie della serie NATION AND DESTINY sono evidentemente stati romanzati per rendere l’intreccio più accattivante. A meno che si voglia credere che il figlio rapito e mai ritrovato del protagonista sia non solo stato comprato da uno dei più stretti amici di Chun Doo-hwan, ma sia addirittura il più amato discepolo del compositore.
Se nei primi 4 capitoli della serie l’antagonista principale era il presidente Park Chung-hee, nei successivi 4 episodi lo scettro del villain di turno passa al suo successore Chun Doo-hwan, responsabile del massacro di Gwangju a cui il protagonista dedica una sinfonia.
Il sogno di Yun Sang-min è comporre la propria sinfonia per la riunificazione da suonare sulla linea di demarcazione e a nulla valgono i tentativi di Chun doo-hwan di farlo tornare in Corea del Sud, una terra in cui si brandiscono armi contro il proprio popolo e chiunque vada contro il governo è un uomo morto.
Da notare l’accento posto dal regime di Pyongyang sulla linea di discendenza, in quanto Yung Sang-min si oppone strenuamente contro la volontà del nipote di sposarsi con una donna tedesca, quasi a giustificare l’isolazionismo nordcoreano in nome della salvaguardia dello spirito (e del corpo) della Nazione, quella vera (del Nord) che mantiene viva la cultura della vecchia Chosun, non quella (del Sud) che si è aperta all’esterofilia.
Pubblicato il 18/08/2020 da KoreanWorld.it
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.