

In The Hand Bong-su, dopo aver preso una bella sbronza, si risveglia nel soggiorno di casa. Mentre si reca in bagno non crede ai suoi occhi. Con suo sommo stupore infatti nota che dal gabinetto fuoriesce una mano mostruosa. Chiama poi sua moglie Jo-hee per sincerarsi che ciò che stia vedendo non dipenda dagli effluvi dell’alcol. Ma quest’ultima sviene non appena nota che la mano accenna un movimento. Dopodiché, in preda al panico, Bong-su chiama il pronto intervento. Ma sia un’agente della sicurezza che gli uomini del pronto intervento cadono uno ad uno vittime della mano misteriosa.

Titolo Originale
손 (son)
Genere
Mediometraggio, Horror, Commedia
Regia e Sceneggiatura
Choi Yun-ho
Interpreti
Lee Jae-won, Park Sang-wook, Jeong Seo-ha
Corea del Sud, 2020, 52′

Presentato al Festival Internazionale del Cinema fantastico di Bucheon del 2020, il mediometraggio The Hand di Choi Yun-ho è una divertente commedia grottesca che ironizza sui canoni del cinema di genere.
Innanzitutto l’ambientazione (un bagno e la sua latrina con una mano dentro) rende subito l’idea sul tono canzonatorio del film. Secondo poi spiazza il fatto che non sia solo Bong-su a vedere la mano. Dopotutto ha bevuto e ci si aspetta che la sua sia solo una visione allucinatoria dovuta agli effluvi dell’alcol. Ma uno ad uno, tutti gli individui con cui entra in contratto fanno la stessa esperienza bizzarra, annullando l’aspettata e consueta suspense.
Chiusi dentro un bagno, i personaggi, come in qualsiasi survival movie che si rispetti, devono fare di necessità virtù. Ed ecco che una saponetta diventa un’arma contundente, e uno spruzzino di candeggina, un valido deterrente. Lo scopino del wc poi, unitamente a uno spray insetticida, può rivelarsi un efficace lanciafiamme con cui farsi strada a passo di danza.
Inoltre ogni personaggio contribuisce con le proprie battute ad alimentare il clima di nonsense e il tono ironico. A cominciare dal protagonista che, con la sua calma imperturbabile, sembra uscito da un film degli Zucker. Vengono usati poi giochi di parole (M.I.T. vs MEET). E non manca l’ironia sui codici del melodramma o sulle frasi ad effetto. “Se non fosse stato per te, avrei fatto la loro stessa fine”, dice un operatore dell’199 che sta facendo proprio la loro stessa fine. O ancora, “Quando tutto questo sarà finito, andremo a berci una birra insieme”, si ripetono continuamente Bong-su e l’operatore, quasi a evidenziare l’inutilità di certe battute. Nello spassoso siparietto con il marito poi, Joo-hee discute di presunte camicie firmate comprate in realtà all’outlet, o della preoccupazione di bruciare la propria casa, che però è presa in affitto.
Da sottolineare infine, il buon lavoro sugli effetti speciali, soprattutto sulla mano (che sembra venire direttamente da Suspiria), per cui viene giustamente evidenziata l’effettistica nei titoli di coda.
Pubblicato il 05/04/2021 da KoreanWorld.it
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