


In The Highway Family Gi-woo (Jung Il-woo) vive per strada insieme alla moglie Ji-sook (Kim Seul-gi) e ai figli Eun-i (Seo Yi-soo) e Taek (Park Da-on). I quattro bivaccano con la loro tenda presso stazioni di servizio, dove racimolare quanto basta per sfamarsi, truffando chi parcheggia nelle aree di sosta. Tra le loro vittime c’è anche Yeong-seon (Ra Mi-ran), una donna che è ben disposta ad aiutare Eun-i, nella quale rivede il figlio appena morto. Tuttavia, appena scopre di essere stata raggirata, Yeong-seon denuncia Gi-woo, che viene rinchiuso in cella.
Intanto Ji-sook e i suoi figli non hanno dove andare. Pertanto Yeong-seon, nonostante la contrarietà di suo marito Do-hwan (Bek Hyunjin), si offre di ospitarli presso il suo negozio di mobili usati. I tre senzatetto sembrano finalmente poter condurre una vita normale. Finché un giorno Gi-woo evade dalla stazione di polizia e chiede a Ji-sook e ai figli di tornare a vivere come prima, insieme a lui.

Titolo Originale
고속도로 가족 (go-sok-do-ro ga-jok)
Genere
Drammatico
Regia e Sceneggiatura
Lee Sang-moon
Interpreti
Ra Mi-ran, Jung Il-woo, Kim Seul-gi, Bek Hyunjin, Seo Yi-soo, Park Da-on, Xiao Cheten, Lee Tae-kyoung, Lee Ye-joon, Lee Yong-nyeo, Woo Ji-hyun, Hwang Jung-min
Corea del Sud, 2021, 129′

The Highway Family interroga una società chiusa su se stessa sul comprendere i bisogni di chi è più in difficoltà.
Sebbene inizialmente sembra di assistere a un clone di Captain Fantastic di Matt Ross, la condizione in cui versano Gi-woo e famiglia è tutt’altro che dettata da una scelta. A determinare il loro vivere ai margini è prima di tutto una condizione di partenza svantaggiata. Ji-sook ha vissuto in un orfanotrofio. Mentre Gi-woo ha dovuto abbandonare gli studi, proprio per accettare qualsiasi lavoretto pur di mantenere la sua famiglia. Inoltre, entrambi sono facile prede di truffatori e usurai, che riducono sul lastrico le vittime di un capitalismo che lo Stato non tutela.
Ma ad essere denunciato in The Highway Family non è solo un sistema di welfare che non funziona, o una polizia che arresta il padre infischiandosene se la figlia finisce in riformatorio. Chi Lee Sang-moon interroga è prima di tutto il sistema sociale, inteso come opinione pubblica, abbrutito da un neoliberismo insensibile a necessità che non siano le proprie.
Ne sono un esempio gli avventori del locale in cui beve Do-hwan, sprezzanti verso un governo che spende le loro tasse nel risarcire i familiari delle vittime di una tragedia. “Che esistono a fare le assicurazioni?” si domandano. “Siamo un popolo comunista?“
Lo stesso Do-hwan, che chiede un aumento di salario per Cheten, sfruttato da una padrona di casa che gli aumenta l’affitto, s’inalbera con la moglie che accoglie dei senzatetto in negozio. Eppure gli basta dialogare con Ji-sook, ascoltare la sua storia, per poter empatizzare con lei, fino a vederli battere il cinque sullo sfondo di un’inquadratura molto elegante.
Ma elegante è tutta la regia, che lavora di sottrazione nel fare intuire il background di Gi-woo e Yeong-seon, che non necessita di ulteriori spiegazioni o melodrammi.
Peccato che questi ultimi facciano capolino in un finale non necessario e ambiguo.
Da sottolineare la buona prova di Ra Mi-ran, finalmente in un ruolo prettamente drammatico che esalta il suo talento, non solo comico.
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Pubblicato il 26/08/2023 da KoreanWorld.it
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