


In Warning: Do Not Play, Mi-jung (Seo Ye-ji) è una regista che ha difficoltà a scrivere una sceneggiatura originale per il film horror che le è stato commissionato. Dopo aver sentito dal suo amico Jun-seo (Ji Yoon-ho) dell’esistenza di un film maledetto diretto da un fantasma, Mi-jung cerca in tutti i modi di visionare quella fantomatica pellicola per trarne ispirazione. Ma Jae-hyeon (Jin Seon-kyu), il regista che 10 anni prima aveva tentato di girare il film, la esorta a lasciar perdere per non permettere al fantasma di ridestarsi.

Titolo Originale
암전 (am-jeon)
Genere
Horror
Regia e Sceneggiatura
Kim Jin-won
Interpreti
Seo Ye-ji, Jin Seon-kyu, Ji Yoon-ho, Cha Yup, Jo Jae-young, Kim Bo-ra, Jo Ah-ra, Yoon Jung-ro
Corea del Sud, 2018, 86′

Warning: Do Not Play è innanzitutto un horror sulla ricerca del brivido e del suo effetto catartico.
Ciò che spinge la protagonista a cacciarsi nei guai è, almeno inizialmente, l’urgenza di rispettare una scadenza lavorativa. Ma andando avanti nella sua ricerca, Mi-jung viene coinvolta a tal punto sul piano personale da non giustificare tanta solerzia con il mero arrivismo. Come Jae-hyeon, il suo alter ego del passato di cui segue le orme, è stata illuminata sulla via del genere horror da L’Esorcista di William Friedkin. E solo il potere taumaturgico di quell’opera ha saputo alleviare le pene per cui ella porta ancora le cicatrici sui polsi.
Di conseguenza, la ricerca spasmodica dell’incubo assoluto è per Mi-jung l’unico modo per trovare pace con se stessa. Non a caso le cicatrici spariranno solo al compimento dell’opera, diretta sì da un fantasma, ma con la piena partecipazione della donna che la ospita.
Per raggiungere il suo scopo Mi-jung si scopre cinica, a tal punto da scattare foto di scena per il suo film senza muovere un dito per salvare lo staff di Jae-hyeon, il quale le rimprovererà di essere diventata senza scrupoli come lui. Persino la sua difesa personale viene in secondo piano rispetto alla documentazione di ciò che sta assistendo.
Nonostante la caratterizzazione controversa della protagonista sia interessante, il resto del film ad ogni modo percorre strade già battute. Dal found footage alla Blair Witch Project, tra l’altro citato, alla possessione (di nuovo L’Esorcista), sono innumerevoli i deja vu. Ironicamente poi lo stesso lavoro di Mi-jung non è altro che la riproposizione di un film già visto.
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Pubblicato il 07/04/2021 da KoreanWorld.it
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