


A Melody to Remember attraversa tutta la Guerra di Corea attraverso le vicende del tenente Han Sang-ryeol (Im Si-wan). Il superiore a cui ha salvato la vita durante un attacco nemico lo trasferisce presso un campo di prigionieri di guerra. Lì avrà il compito di dirigere la scuola del campo, riservata agli orfani di guerra. E siccome la sua passione è la musica, proverà a formare un coro tra mille difficoltà.

Titolo Originale
오빠 생각 (op-pa saeng-gak)
Genere
Drammatico, Guerra
Regia
Lee Han
Sceneggiatura
Lee Woo-tak
Interpreti
Im Si-wan, Jung Joon-won, Lee Re, Go Ah-sung, Lee Hee-joon, Lee Joon-hyuk-I, Tang Joon-sang, Park Soo-young, Hwang Sang-kyung, Kim Young-jae, Kim Yun-tae, Kim Hyang-gi
Corea del Sud, 2015, 123′

Con A Melody to Remember, Lee Han, regista di Lover’s Concerto e Punch, nonché del recente e apprezzabile Innocent Witness, introduce il suo cinema melodrammatico nello scenario bellico della guerra di corea.
Il paese è diviso in due fazioni impegnate in una lotta fratricida, e a farne le spese sono soprattutto i bambini, orfani quando non addirittura vittime. Al fine di non lasciarli a loro stessi, due figure adulte cercano di occuparsi di loro. Mentre Sang-ryeol, con l’aiuto di Joo-mi (Go Ah-sung), fornisce loro un rifugio e una speranza, Uncino (Lee Hee-joon), chiamato così per via della sua protesi, sfrutta l’infanzia come strumento di sopravvivenza. È sicuramente lui il personaggio più complesso. Menomato a causa della guerra, Uncino è disposto a fare di tutto pur di sopravvivere, anche a sfruttare in pratiche poco legali gli orfani a cui dà riparo. Ma perfino a un farabutto come lui non può che ridestarsi l’orgoglio di essere umano davanti alle perversioni di un pro giapponese arricchito.
Mentre Uncino offre un riparo (non privo di interessi) agli orfani, Sang-ryeol si pone l’obiettivo di armonizzare i contrasti, affinché le colpe dei padri non ricadano sui figli.
Con questa intenzione, utilizza la musica per emancipare dall’abbrutimento e dai conflitti endemici gli orfani divisi dalle opposte fazioni. Cercare l’armonia corale diventa così un metodo per sanare ferite e dissidi. Tuttavia il film preferisce indugiare sull’intreccio melodrammatico piuttosto che soffermarsi sul percorso di formazione canora dei bambini. D’improvviso infatti passano dallo stonare dei singoli al cantare alla perfezione di un coro unanime.
La canzone, espressione della gioia di vivere, diventa in un contesto del genere, strumento di delazione involontaria. A causa di ciò il padre di Dong-goo e Soon-i, che a sua volta, sotto minaccia, aveva denunciato un suo vicino, ne subisce le conseguenze. Il senso di colpa per aver provocato indirettamente la morte del padre, chiude Soon-i in un mutismo canoro. Sarà poi il fratello a liberarla dal senso di colpa e a restituirle quel talento che risplenderà con la fine delle ostilità.
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Pubblicato il 13/01/2021 da KoreanWorld.it
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