

In Glitch, Hong Ji-hyo (Jeon Yeo-been) conduce una vita invidiabile. Il padre (Jeon Bae-soo) le ha trovato un buon lavoro in uno studio d’architetti, la matrigna è socialmente affermata, e ha un ragazzo, Lee Si-gook (Lee Dong-hwi), da sposare. Tuttavia Ji-hyo è restia a diventare adulta e a lasciare il nido familiare. Inoltre è perseguitata fin da piccola da strane visioni di un alieno che la segue dovunque.
Dopo aver lasciato Si-gook poiché non intende convivere con lui, questi sparisce nel nulla, e Ji-hyo sospetta che l’abbiano rapito gli alieni. Pur di ritrovarlo, Ji-hyo s’iscrive ad un UFO club dove rincontra Heo Bo-ra (Nana), una sua amica ai tempi delle medie. Insieme a Dong-hyeok (Lee Min-goo), Philip (Park Won-seok) e al Capitano Prince (Tae Won-seok), le due amiche ritrovate indagano sulla scomparsa di Si-gook.
Anche l’agente di polizia Kim Byeong-jo (Ryu Kyung-soo) e Oh Se-hee (Choi Soo-im), collega di Ji-hyo, tentano di risolvere il mistero. E gli indizi portano a una setta religiosa guidata dal pastore Moon Hyung-tae (Kim Myung-gon), che sembra rapire individui per sottoporli ad esperimenti.

Titolo Originale
글리치 (geul-li-chi)
Genere
Serie TV, Fantascienza, Commedia
Regia
Roh Deok
Sceneggiatura
Jin Han-sae
Interpreti
Jeon Yeo-been, Nana, Lee Dong-hwi, Lee Min-goo, Park Won-seok, Tae Won-seok, Jung Da-bin, Choi Soo-im, Ko Chang-seok, Kim Myung-gon, Ryu Kyung-soo, Jeon Bae-soo, Baek Joo-hee
Corea del Sud, 2022, 10 Episodi

Lo sceneggiatore di Extracurricural e la regista di Very Ordinary Couple danno vita a una commedia fantascientifica di interferenze tra fede e dubbio che portano a credere in sé stessi e a trovare il proprio equilibrio.
Perché Glitch è certamente un prodotto di genere la cui impronta sci-fi è chiara fin dall’inizio, seppur messa in discussione per fini narrativi. Ma è soprattutto un percorso di formazione e maturazione che l’eroina compie per trovare la propria strada nella vita. Come nel film d’esordio della regista, protagonista è una coppia che già sa di non avere un futuro insieme, se non quello prospettato da una società che induce a sposarsi per, meramente, sistemarsi. E la scomparsa di Si-gook è per Ji-hyo solo un pretesto per ricercare la verità sugli alieni e di riflesso su sé stessa.
La sua razionalità, figlia di un trauma rimosso durante l’adolescenza, le impone di non credere a ciò che vede. Ma gli eventi che le accadono attorno e i glitch non casuali la mettono in contatto con il suo subconscio e con i ricordi dell’ufo believer che fu. Inoltre, l’amicizia ritrovata con Bo-ra, che funge da opposto irrazionale, controbilancia la sua diffidenza, aiutandola a non ignorare alcuna pista.
Muovendosi tra complotti e misteri, sette religiose e rapimenti alieni, fantasia e realtà, Ji-hyo e i suoi amici si avventurano nell’ignoto in una ricerca della verità che, per quanto sia serrata, non coinvolge però più di tanto.
Sicuramente a causa di una sceneggiatura che rischia in molti punti di sconfessarsi, salvo poi trovare una giustificazione. Si pensi ad esempio alla salvezza di Ji-hyo dopo l’operazione che avrebbe dovuto ucciderla. Ma è più che altro la commistione tra dramma formativo di trentenni in cerca di una loro dimensione e lato puramente avventuroso, che non trova un’amalgama avvincente.
Anche il comparto tecnico non impressiona più di tanto, con effetti visivi abbastanza dozzinali, perfino nei glitch. A differenza della colonna sonora, che suscita suggestioni 80’s sulla scia di Stranger Things.
Il finale comunque soddisfa, nel superare il blocco dell’eterna adolescenza, e trovare una via alternativa alla crescita, rispetto a quella prospettata dai genitori o dalla società. Come gli storioni del documentario, non a caso visto dal padre, gli “abdotti” come Ji-hyo e Si-gook vengono monitorati da agenti esterni che li “tengono d’occhio”. Ma alieni, ecologisti o genitori che siano, finiscono per togliere il chip di controllo, quando comprendono che gli storioni possono vivere la loro vita in autonomia.
Pubblicato il 20/10/2022 da KoreanWorld.it
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