

In Me and Me, Cho Jin-woong interpreta Park Hyeong-goo, un detective che indaga sulla morte dell’insegnante del villaggio Kim Soo-hyeok (Bae Soo-bin) e della moglie Yoon I-yeong (Cha Soo-yeon), arsi nella loro abitazione durante il sonno. Durante le indagini, Hyeong-goo scopre che I-yeong, di notte, veniva chiusa in mansarda per non arrecare danno agli abitanti del villaggio, in quanto assumeva ogni volta una diversa identità che s’impossessava del proprio corpo. Dapprima scettico, Hyeong-goo si ravvede sulle sue convinzioni appena scopre di essere diventato dalla sera alla mattina l’insegnante del villaggio, pur ricordandosi la propria identità.

La prima prova alla regia dell’attore Jung Jin-young, premiata al Fantasia Film Festival di quest’anno, è un’opera coraggiosa e avventata allo stesso tempo.
A differenza dei soliti thriller con agnizione finale, in cui un deus ex machina dipana un mistero per poi risolverlo incasellando al posto giusto tutti i pezzi di un mosaico, Me and Me sfugge ad ogni spiegazione razionale.
In merito, il regista instilla delle ipotesi, ma non espone tesi. A prima vista, il detective sembrerebbe intrappolato in un universo parallelo con una direttrice comune, in cui però tutte le carte sono mischiate. Ma in seguito vengono introdotti alcuni segni che aggiungono mistero al mistero. Come ad esempio, il suo numero di telefono scritto su un pezzo di carta, che gli dimostra di non essersi sognato l’identità a cui sente di appartenere. O come il cervo trovato morto al posto del vicino, che suggerisce a Hyeong-goo di vivere in una dimensione onirica, ma fino a che punto non è dato sapere. E forse è la stessa identità del detective ad essere un sogno, visto che i nomi dei suoi familiari sono quelli di personaggi dello showbiz.
In tutto questo caos, Jung Jin-young affida al personaggio dello psicologo la chiave di lettura. E cioè che i sogni bruciano i desideri del nostro subconscio (il vicino bruciato vivo), mentre i desideri del nostro cosciente sono bruciati dall’immaginazione. Ma dove finisce il sogno e inizia l’immaginazione e viceversa?
Alla fine, allo stesso modo in cui il protagonista è rassegnato di fronte alla sua nuova condizione, così lo è lo spettatore, abbandonato all’imperscrutabilità di un epilogo irrisolto.

Titolo Originale
사라진 시간 (sa-ra-jin si-gan)
Genere
Mistery
Regia e Sceneggiatura
Jung Jin-young
Interpreti:
Cho Jin-woong, Bae Soo-bin, Jung Hae-kyun, Cha Soo-yeon, Lee Sun-bin, Shin Dong-mi, Jang Won-young, Sin Kang-gyoon, Kang Min
Corea del Sud, 2019, 105′

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Pubblicato il 01/11/2020 da KoreanWorld.it
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