


In Tazza: One Eyed Jack Il Chul (Park Jung-min), il figlio del leggendario giocatore d’azzardo “One Ear,” è un asso del poker che trascura gli studi per diventare un funzionario pubblico. Dopo aver perso due partite contro Yong-pal (Yoon Je-moon) e la femme fatale Madonna (Choi Yu-hwa), scopre di essere stato truffato dallo strozzino per cui lavora. Non potendo saldare il suo debito con Yong-pal, viene malmenato dagli sgherri di quest’ultimo.
Ma accorre in suo soccorso il famoso One Eyed Jack (Ryoo Seung-bum), uno dei tre più grandi giocatori di poker (Tazza) su piazza. Costui offre a Il Chul la possibilità di vincere al gioco una grossa somma di denaro ai danni di uno speculatore edilizio (Woo Hyun). A tale scopo One Eyed Jack ingaggia, oltre a Il-Chul, altri tre professionisti del gioco e della truffa. Entrano così a far parte della squadra il Mazziere (Lee Kwang-soo), il signor Kwon (Kwon Hae-hyo) e la borseggiatrice di fiches Yeong-mi (Lim Ji-yeon).

Titolo Originale
타짜: 원 아이드 잭 (ta-jja: won a-i-dey jaek)
Regia e Sceneggiatura
Kwon Oh-kwang
Interpreti
Park Jung-min, Ryoo Seung-bum, Choi Yu-hwa, Woo Hyun, Yoon Je-moon, Lee Kwang-soo, Lim Ji-yeon, Kwon Hae-hyo, Im Hyun-sung, Seo Jung-yeon, Joo Jin-mo-I, Bae Yoo-ram
Corea del Sud, 2019, 139′

Il franchise Tazza, legato al mondo del gioco d’azzardo, arriva al suo terzo capitolo con Tazza: One Eyed Jack diretto dal regista di Collective Invention, Kwon Oh-kwang.
Come in The Gambler di Rupert Wyatt, il regista ci presenta un protagonista che impara chi sia un vero “Tazza”, ovvero un giocatore che riesce ad andarsene prima di perdere tutto. Non sono Tazza né One Ear, né One Eyed Jack e nemmeno Devil, assi incontrastati del poker e in esso dannati. Lo è invece il nipote del vecchio speculatore edilizio, che impara dal nonno il fatto che bisogna accontentarsi, dopo aver mangiato abbastanza. E lo diventa di conseguenza anche Il-Chul, che lascia il gioco per dedicarsi all’assistenza sociale, in una sorta di catarsi anticapitalista.
È la madre stessa ad insegnargli che il lavoro è un atto di responsabilità verso la società, piuttosto che un mezzo di sostentamento. Ma è pur vero che, alla luce dell’epilogo, le sue parole sembrano alquanto facili da pronunciare, vista l’assenza di uno stato di necessità. Anche per i colleghi di Il-Chul la vincita al gioco diventa un surplus. Ciò che conta prima di tutto per loro è coltivare una propria famiglia (sempre The Gambler).
Seppur prevedibile, incoerente e poco approfondito nei dettagli, il film scorre lineare e senza perdita di ritmo, nonostante la durata eccessiva. Tuttavia i difetti sono evidenti. Per quanto riguarda la prevedibilità, l’esito delle partite è scontato fin dall’inizio. Così come è preannunciato che Il-Chul non sia adatto al gioco perché onesto, e che per vincere contro un giocatore specifico bisogna necessariamente allearsi con il resto dei partecipanti. È incoerente il tenore di vita della madre rispetto alla fonte di risparmio che possiede. E sono soprattutto poco sviscerate le figure di alcuni personaggi. Come ad esempio Madonna, il cui passato viene accennato e male approfondito (la bambina è una nuova vittima di Devil?), e del cui destino non è dato sapere.
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Pubblicato il 31/10/2021 da KoreanWorld.it
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