


In un futuro prossimo, Kim Sang-hoon (Ryu Kyung-soo), direttore della Kronoid, una società di sviluppo dell’intelligenza artificiale in ambito militare, è a capo del programma Jung_E. A dirigere operativamente il progetto è la dottoressa Yoon Seo-hyeon (Kang Soo-yeon). Il suo compito è quello di perfezionare l’impianto neurale degli androidi Jung_E (Kim Hyun-joo).
35 ani prima, la lotta tra Adriani e Forze Alleate poteva essere fermata, se la leggendaria mercenaria Yun Jung-yi (Kim Hyun-joo) non fosse caduta in combattimento, entrando in coma. In seguito, la Kronoid clonò i dati del cervello di Jung-yi, consentendo a sua figlia Seo-hyeon di impiantare la coscienza della madre negli androidi Jung_E. La speranza è che, riuscendo a scampare alla simulazione dell’evento in cui venne sconfitta, Jung-yi possa diventare la matrice su cui sviluppare un esercito di androidi in grado di porre fine alla guerra.

Titolo Originale
정이 (jeong-i)
Genere
Fantascienza
Regia e Sceneggiatura
Yeon Sang-ho
Interpreti
Kang Soo-yeon, Kim Hyun-joo, Ryu Kyung-soo, Park So-yi
Corea del Sud, 2022, 99′

Con Jung_E, un pilastro del cinema di genere coreano come Yeon Sang-ho abbraccia la fantascienza pura, innestando tematiche etiche originali su un impianto derivativo.
Dopo la saga zombesca iniziata con Seoul Station, portata al successo con Train to Busan, proseguita con Peninsula, e l’esordio seriale con Hellbound, Yeon Sang-ho passa dall’horror alla fantascienza con duttilità, facendo tesoro di un immaginario sci-fi globalmente condiviso.
Innumerevoli sono gli spunti che traggono ispirazione da diversi film di fantascienza. A cominciare da Ghost in The Shell, per via del soggetto del ghost dentro il suo involucro, seppur l’approccio è più sentimentale e meno filosofico rispetto al manga di Masamune Shirow e all’anime di Mamoru Oshii. Ma vi si possono trovare anche citazioni da Blade Runner, nel test etico per distinguere gli umani dagli androidi, o da Terminator, nei combattimenti tra gli androidi, se non addirittura da Black Mirror, nel design di robot che sembrano uscire dall’episodio Metalhead.
Tuttavia, Yeon Sang-ho riesce a sintetizzare tutti questi elementi in modo organico, al servizio di una storia foriera di spunti di riflessione non indifferenti. Non tanto per l’incipit sull’innalzamento dei mari, figlio del global warming, che getta un monito distopico. Tutto l’antefatto sulla guerra tra Adriani e Forze Alleate e l’esodo nello spazio in realtà sembra una specie di MacGuffin, di cui si parla tanto, ma non si vede nulla.
A destare interesse invece è la visione dell’umanità che si prospetta, dominata da una diseguaglianza sociale sempre più marcata.
Tanto che la leggendaria eroina è costretta a combattere per curare la figlia. E senza il suo consenso la sua coscienza viene venduta a una società privata, previo indennizzo alla madre, poiché non disponendo di una rendita elevata non può permettersi di usufruire di una clonazione che le garantisca l’unicità della sua persona. Potrà invece essere sfruttata dall’azienda che l’acquista come fonte di prodotti d’intrattenimento, se non addirittura di sex toys.
Sebbene l’anno di riferimento sia il 2135, l’evoluzione tecnologica passa sempre per esigenze militari, un po’ come è stata la genesi di internet. E quando queste necessità vengono meno, si preferisce finanziare la riconversione in ambito civile. In tal modo Seo-hyeon vede vanificare il sacrificio della madre, che verrà dismessa.
Mossa dal senso di colpa per averla indotta a morire per lei, la libera, rimuovendole il senso colpa per aver perduto la bambola della figlia. Le toglie insomma la vulnerabilità dell’affetto di madre che non le consentì di avere successo nell’episodio cruciale per le sorti della guerra. Solo in questo modo Jung_E può diventare una macchina invincibile e poter scappare, non solo dalla simulazione, ma dal progetto stesso. E Seo-hyeon sacrifica il bene che la madre vuole per lei, pur di donarle la libertà.
Tuttavia la Jung-yi madre dimostra ancora di essere presente in Jung_E, perché a differenza di Kim Sang-hoon, che non è altro che un prolungamento del corpo del presidente, essa è nata dall’amore che le ha donato la figlia, non da un individualismo sfrenato, e quello sfregamento di guance nel finale ha lo stesso sapore del riso cucinato in casa, anche se con un cuociriso.
Dove invece Jung_E presta il fianco é nell’effettistica non sempre all’altezza.
Ciò è sicuramente sintomo di una scelta nel concentrarsi di più sulle dinamiche tra i personaggi piuttosto che sull’action, comunque presente, soprattutto nel finale. E la sceneggiatura, oltre all’ellissi sugli antefatti, come già indicata, non torna, ad esempio, nella gestione di Kim Sang-hoon. Nonostante sia contrariato per la chiusura del progetto, egli intraprende una caccia immotivata nei confronti di Jung_E.
Il film segna l’ultima prova della compianta Kang Soo-yeon, in un ruolo apparentemente dimesso, che nasconde però conflitti interiori su cui ruota tutta la narrazione.
Pubblicato il 22/01/2023 da KoreanWorld.it
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